mercoledì 6 maggio 2009


SENZA TITOLO...



Ho voluto appositamente lasciare senza titolo questo articolo perché di titoli non ne trovavo ovvero ne trovavo uno, nessuno, centomila proprio come il famoso romanzo di Luigi Pirandello. Il taglio del pezzo deve andare oltre le emozioni del momento, valicare gli astii, recuperare un filo logico che possa fotografare ciò che è accaduto (e proprio il caso di affermarlo) in questa serata che rimarrà in ogni caso, e da qualunque parte la si veda una delle pagine più nere della storia del calcio. Le valutazioni tecniche della gara le farò al tempo debito impegni permettendo. Qui mi soffermerò su altre questioni.
Premesso che l'arbitro norvegese che ha diretto la gara ha sbagliato molto, moltissimo, davvero troppo, questo non significa che lo stesso debba essere lapidato e gettato al pubblico ludibrio in attesa di crocifissione solo perché ha esercitato pessimamente la professione che ha scelto di fare; invece la strana quanto amara impressione che si ricava da questa brutta pagina di calcio, e l' estrema inadeguatezza del soggetto chiamato a dirigere (...il verbo calza a pennello), l'estrema inadeguatezza delle regole, l'estrema inadeguatezza (che si può anche tradurre malafede) che lascia trasparire la classe direttiva dell' Uefa, a cui evidentemente nuoce particolarmente l'egemonia tecnica delle squadre d'oltremanica e non perde momento per manifestarlo.
Andiamo per ordine: l'inadeguatezza del soggetto nelle fasi finali di competizioni così importanti dovrebbe essere ridotta ai minimi termini come sarebbe auspicabile da un organismo che si presuppone altamente professionale come l' Uefa, ed invece la stessa Uefa, ma anche gli altri organismi calcisitci mondiali, danno tutta l' impressione che si sforzino per garantire quasi sempre carenze nella parte maggiormente fondamentale, quella essenziale del Football, ossia la classe arbitrale. Classe che, facendo un  parallelo politico, ha potere di legiferare, porre in essere e e giudicare riunendo in un solo uomo tutti questi poteri e così facendo, violando uno dei principi fondamentali di uno stato di diritto che prevede la separazione degli stessi. Ma che nello sport più importante dell'intero globo, nel 2009, davanti a miliardi di (tele) spettatori, davanti a miliardi di sentimenti, davanti a miliardi di investimenti, davanti a miliardi di episodi controversi, gli organismi internazionali non prevedano quantomeno una suddivisione (perché la separazione è impossibile) di queste funzioni, che auspicabilmente potrebbero essere distribuite in tre uomini, quindi sei occhi, sei gambe, tre cuori, tre cervelli e tre coscenze differenti è davvero inconcepibile. Il Basket, sport nobile quant'anche lontano dai vertici di interesse del calcio, pur avendo aree decisionali di applicazione decisamente più ristrette visti i limiti di metratura del parquet, ha da tempo adottato la figura del doppio giudice, la figura di giudici a bordo gara, tutti marchingegni che permettono di limare le..."figure"...in senso...figurativo, davanti agli occhi di appassionati, tifosi, semplici spettatori, investitori, allenatori, attori principali, bambini che si avvicinano a questo sport.
IL CALCIO NO, NEL CALCIO TUTTO CIO' NON SI PUO'...!!!
E quindi Abidal che nemmeno tocca Anelka viene ingiustamente cacciato fuori
(in quel caso paradossalmente è stato chiesto...l 'aiuto... del guardialinee, quindi un secondo soggetto), Malouda e Alves che si strattonano vicendevolmente, ma dentro l'area, vengono giudicati fuori dalla stessa, Drogba che nel primo tempo viene sbilanciato e preso per la maglia da Abidal viene messo a tacere, Piquè che stoppa volontariamente una palla in area di rigore con la mano destra viene ignorato, così come Eto'o che blocca col braccio una conclusione di Ballack in pieno recupero viene salvaguardato.
Quindi se c'è estrema inadeguatezza del soggetto, nello specifico, Ovrebo, il tutto lo si deve perché c'è estrema inadeguatezza nelle regole. Pensare che nel 2009 il potere di scegliersi le norme, scegliere come applicarle e giudicare debba dipendere da un solo uomo, credo che sia l'aspetto maggiormente triste di uno sport che ha saputo adeguarsi al tempo su tante questioni ( una per tutte il retropassaggio al portiere ad esempio...), ha saputo coinvolgere valanghe di interessi (sentimentali ed economici) ma non è ancora riuscito ad uscire dall'ordine di idee che un solo uomo non possa scegliere come fare andare la partita, come decidere sulla stessa, come giudicare e condannare alla ghigliottina colei che è meno gettonata ...ai suoi occhi (e a quelli di altri...). Il calcio è ai tempi dell'assolutismo monarchico nel quale tutti i poteri erano concentrati sul Re e da questa spirale morale che potremmo definire da "profondo Medioevo", gli organismi calcistici mondiali non ne vogliono uscire. Non lo vogliono fare perché l' attribuzione delle tre funzioni in una sola testa permette di manovrare senza intoppi gli sviluppi degli eventi, mentre se le teste raddoppiassero o meglio triplicassero si perderebbe il potere di...controllo.
Qui viene a parare il mio ragionamento che, lungi dal sostenere complotti specifici verso il Chelsea, vuole mettere l'accento sul fatto che la tipologia dell' arbitraggio di stasera fosse volta a tenere quanto più in vita possibile una speranza che potesse contrastare il massiccio e imbarazzante predominio delle compagini inglesi che da anni stanno dettando legge in Europa. Tenendola in vita finché si potesse e finché la provvidenza (vedi mancato rinvio di Essien) consegnasse ai manovratori dell'Uefa la redenzione per aver scongiurato un seconda consecutiva finale di Coppa Campioni tutta inglese.
MA DI QUESTO, IL GLORIOSO BARCELLONA, IL SALVATORE DESIGNATO DALL' UEFA E PALADINO DELLA NON INGLESITA', NON NE DEVE TRARRE GIUBILO, PERCHE' IN UNA SERATA COME QUESTA HANNO PERSO TUTTI, ABBIAMO PERSO TUTTI, TUTTI QUELLI CHE AMIAMO QUESTO SPORT CHE IN QUESTO SEI MAGGIO DUEMILANOVE HA SCRITTO UNA DELLE PAGINE PIU' NERE DELLA PROPRIA LUNGA STORIA...!!!     

5 commenti:

Jean Lafitte ha detto...

metto qui, come controcanto a un articolo che non condivido per nulla, pura dietrologia, il link al mio di articolo.

http://footballart.iobloggo.com/1329042/barca-in-finale-meritatamente

Jean Lafitte ha detto...

comunque questa storia del complotto anti-inglese della Uefa fa veramente sbellicare dalle risate!

se sul campo, per il gioco espresso, tenendo conto solo della partita di ritorno, il Chelsea poteva anche meritare la finale, il comportamento vergognoso di Drogba e non solo fann si che un club del genere proprio non meriti la finale. spero che siano presi provvedimenti seri stile marsiglia-milan.

The Chosen One ha detto...

Scandaloso l'arbitraggio, questo è fuor di dubbio e non credo servano articoli per elogiare la pochezza del barcellona che avrebbe meritato di uscire per quanto mostrato nella doppia sfida.
Ovvio che la finale è il premio per una stagione giocata a livelli spaventosi, ma andatelo a dire al Chelsea che ha giocato con il cuore per prendersi una rivincita che meriterebbe.
Ovrebo ha rovinato quella che doveva essere una festa del calcio.

Ciao

Vojvoda ha detto...

Purtroppo è così caro The Chosen One...Una grande sfida insudiciata dall' incredibile prestazione arbitrale.
A me sembra però che a questo Abramovich il destino faccia pagare le colpe di aver scalato così in fretta vette economico-finanziarie ed in una maniera che alcuni ritengono dubbia, impedendogli di alzare quella coppa che il prestigio e la forza attuale della squadra meriterebero.
Non so, però mi pare che questa coppa sembri un pò stregata per i londinesi...Mah!!!
Saluti;-)

Vojvoda ha detto...

Errata corrige: MERITEREBBERO...chiaramente...