mercoledì 24 febbraio 2010



GROSS...PRESTAZIONE!






Gross si frega le mani o impreca per l'occasione gettata al vento?





Avevo avuto quasi un segno premonitore, la convinzione che il sorteggio che vedeva opposto il Barcellona allo Stoccarda fosse meno scontato di quanto indicassero le graduatorie di meriti stabilitesi dal monopolio blaugrana su tutto ciò che somigliava ad un trofeo. Forbice allargatasi ancor di più nell'ultima parte di anno che festeggiava i catalani sul tetto del mondo e gli svevi invece a boccheggiare sul fondo della classifica della Bundesliga, risucchiati pericolosamente in una lotta che li vedeva impreparati ed estranea allo status conferitogli dall'ultima Bundesliga suggellata dalla scalata al terzo posto, viatico per i preliminari della coppa dalle grandi orecchie. Un'involuzione che era riassunta da una combinazione di tre numeri, utile ad aprire una cassaforte senza più fondi da custodire. 2-6-7 : ovvero in ordine, vittorie, pareggi e sconfitte, il tutto al 5 dicembre scorso. Un percorso che aveva condotto nel buio dei bassifondi di classifica, al sedicesimo posto, in piena bagarre con squadre equipaggiate con tute da minatori con tanto di picconi, caschetti e torce, per farsi luce tra le mille avversità di quei meandri.
Ringraziato Babbel, che da "assistant manager", si era ritrovato a guidare la squadra e condurla sino al terzo posto finale dopo il licenziamento di Veh (a cui si deve lo scudetto del 2007), si decideva si dare una nuova sterzata, come quella impressa l'anno precedente e quasi nello stesso periodo della stagione. E quindi: via il giovane Markus e dentro alla mischia il navigato Christian Gross, passaporto svizzero, segni particolari, 10 anni al Basilea con vari titoli e coppe nazionali a far bella mostra nel suo curriculum di allenatore.
In dote gli veniva lasciato il sedicesimo posto nella Bundesliga dei diciotto e un'imminente decisivo scontro contro i romeni dell'Unirea Urziceni da giocarsi tre giorni dopo il suo insediamento e da vincere per accedere alla fase ad eliminazione diretta.
Sappiamo tutti come è andata e si conoscono anche i risultati in Bundesliga che hanno rigenerato completamente la squadra della città più "automobilistica" della Germania. Sei vittorie, un pareggio a Magonza (alla prima di Gross in campionato) subito a tempo scaduto e una sola sconfitta contro l'Amburgo super attrezzato di Labbadia.
Il mercato di gennaio ha visto diverse partenze di giocatori poco utilizzati o con contratto in scadenza (Magnin, Simak, Basturk e Hitzlsperger) , il prestito di Elson (Hannover) e l'arrivo in prestito oneroso di Molinaro, conteso con l'Atletico Madrid.
Dunque era divenuta un'altra squadra quella sveva con la stessa determinazione del primo periodo della gestione Babbel e per contro catalani che dopo l'abbuffata dell'anno scorso ogni tanto avevano preso l'abitudine a prendersi qualche pausa ma che risultano sempre efficaci in campionato e in Europa quando si tratta di leggere il risultato al termine delle gare. La stessa avrà però uno svolgimento che andrà ben oltre le mie previsioni ottimistiche riguardo i tedeschi. Ma andiamo con ordine.
Gross schiera il consolidato 4-4-2 fatto di molti punti fermi a partire dal portiere, il veterano Lehmann, il difensore centrale Tasci, il laterale destro Celozzi, il centrocampista centrale, capitano e faro della squadra Khedira, il suo compagno di reparto Trasch, le due ali, a destra il giovane Gebhart, a sinistra l'ex blaugrana ed ex figliol prodigo Hleb e davanti il russo Pogrebnyak. Otto elementi imprescindibili nelle nove gare del nuovo corso ai quali per l'occasione si aggiungono l'altro difensore centrale, Delpierre, il laterale mancino, l'italiano Molinaro, e l'altra punta, il naturalizzato tedesco Cacau. I tre sono in ballottaggio rispettivamente con Niedermeier, Boka (al momento out per infortunio) e Marica mentre il tecnico di Zurigo utilizza poco Kuzmanovic, Hilbert e Rudy (più che altro a gara iniziata) e ancor meno Osorio, Boulahrouz, Shieber e Lanig, in un organico nel suo complesso di livello più che buono tra un mix di esperienza e tanti talenti giovani, protagonisti nelle nazionali tedesche giovanili che tanti successi hanno inanellato nelle scorse due annate.
Guardiola risponde col consueto 4-3-3 che deve fare a meno del la terale destro d'assalto Dani Alves e della prestanza atletica nell'altra fascia di Abidal. Messo Puyol sulla destra e Maxwell sulla mancina, il ruolo di centrale al fianco di Piquè è coperto da Marquez, Iniesta va a fare l'esterno alto a sinistra del tridente con Henry accomodatosi in panca e quindi Xavi occupa il suo posto a centrocampo con l'inserimento di Busquets sulla destra e Yaya Tourè nel classico ruolo di frangiflutti in mezzo sulla mediana. Copione rispettato nei primi 10 minuti con un Barca attivo e reattivo e che detiene il solito pallino della gara e prova qualche affondo in special modo sulla destra dove Messi coglie per un paio di volte Molinaro avanzato e colla sua classica andatura (che definirei "sorcina") si infila in area di rigore creando un pò di scompiglio. Non è furia blaugrana però, perchè lo Stoccarda ha letto con sapienza la gara e con intelligenza sta mettendo in atto una solida tattica difensiva ma non rinunciataria. Aggressività ed asfissiare i portatori di palla di centrocampo meno qualitativi (Yaya e Busquets) sono i dettami impartiti da Gross e rubando la palla velocizzare immediatamente con Hleb e Molinaro sulla sinistra per creare superiorità numerica su Puyol preso in mezzo anche a causa della mancanza di tempismo di Marquez nelle chiusure in raddoppio. I cross del sorprendente Molinaro fioccano come i suoi inserimenti e la precisione nel fare entrambe le cose stupisce quasi quanto la crescente difficoltà dei blaugrana. Lo Stoccarda ruba palla, pallino e inerzia della gara ai catalani, costretti a subire anche centralemente visto che sia Trasch che Khedira lavorano in chiusura ma fanno ripartire l'azione repentinamente e spesso il baricentro avanzato del Barcellona lascia campo e spazio al fulmineo Cacau, spalleggiato da un superlativo Pogrebnyak, abile in tutte le fasi di gioco: dalla protezione della palla, alla fase di sponda, dall'affondo individuale, allo scambio di prima. E' davvero un evento vedere il Barcellona perdere lo scettro del dominio del gioco e patire quasi ad ogni azione avversaria. La fascia sinistra dello Stoccarda è terreno di conquista e Molinaro sfodera una prestazione superlativa ma il gol, oramai maturo, arriva dalla parte opposta quando un centro millimetrico e liftato di Celozzi sbatte sulla zucca di Cacau il quale impallina V. Valdés, impotente nell'occasione. Apertura dello score ovvia, ma il seguito è ben peggiore per la banda di Guardiola che deve subire un assedio che durerà per tutto il primo tempo. Passata sotto silenzio una dubbia azione in area blaugrana (mani di Piquè: forse involontario ma ferma un'azione da rete), prima Piquè salva in corner su un affondo di Cacau, poi lo stesso brasiliano-tedesco scalda i guantoni di Valdés con un tiro ravvicinato. A questo punto è un monologo e le situazioni di mischia in area si ripetono anche grazie allo sfruttamento di punizioni battute con celerità dai tedeschi che l'arbitro consente giustamente ma che sorprendono più volte centrocampo e difesa catalana. Solo al 40° il Barca spezza l'assedio con un tiro semi-innocuo di Messi che Lehmann fa di tutto per far divenire pericoloso accartocciandosi goffamente e facendosi scavalcare dal pallone che termina lemme lemme la sua corsa sul palo alla sinistra del portiere tedesco. Ma il finale di tempo è nuovamente di marca sveva con Valdés che salva ancora su Pogrebnyak e poi l'arbitro sorvola su un affossamento in piena area di Gebhart che meriterebbe maggiore analisi. Nettamente Stoccarda ai punti che si può mangiare le mani per non aver marcato un altro paio di gol almeno. E' chiaro come il sole d'agosto che il Barca non tornerà in campo in quelle condizioni ed è facile immaginare che il dispendio fisico-mentale verrà in qualche maniera pagato, ma la sensazione di aver soggiogato a piacimento il grande Barcellona rimane e negli ultimi anni nemmeno il Chelsea di Hiddink era riuscito nell'impresa di mettere sotto i catalani nel loro sport preferito: comandare gara ed inerzia delle partite in modo pressochè continuo per tutto lo svolgimento delle stesse.
Il secondo tempo riparte sulla falsariga del primo e vede uno Stoccarda più intento a controllare le mosse avversarie che a proporre contromosse offensive anche se già al quarto minuto Cacau fa suonare un altro campanello d'allarme in area blaugrana con un lob un pò pretenzioso che si spegne alto sulla traversa. Contro il corso del gioco sono però i talenti del Barcellona ad indirizzare la fortuna. Lancio da distante, colpo di testa svettante in area del gigante Piquè e palla che giunge ad Ibrahimovic, dimenticato da Molinaro, al primo ed unico errore della gara (ma che si rivelerà decisivo). Tiro forte dello svedese che Lehmann respinge frontalmente, la palla, come fosse un boomerang, raggiunge lo scandinavo che fulmina Lehmann e gela lo stadio. Va detto che anche quest'azione penalizza lo Stoccarda in quanto i replay evidenziano una posizione di fuorigioco di Piquè al momento del lancio. Non si tratta di metri, ma è certo una mancanza della terna arbitrale. Riassestatasi dal colpo subito, lo Stoccarda riprende a giocare con piglio ambizioso ma le energie non sono più quelle della prima parte e l'incessante possesso palla dei catalani finisce col togliere minuti di gioco alla gara e raffreddare l'ardore tedesco. La contesa non perde di spettacolarità però e di nuovo Kuipers favorisce i rossoblu andando a fischiare un offside inesistente su uno scambio veloce che avrebbe messo Hleb nelle condizioni di servire un assist d'oro a Cacau, piazzato a centro area. Poco dopo, su un corner di Messi la palla sbatte sul braccio di Ibrahimovic dopo una "cantada" di Lehmann, uscito completamente a vuoto sul facile traversone: lo svedese batte a rete e Molinaro con astuzia, appostato sulla linea di porta alza il braccio destro e devia in corner. Sarebbe rigore se non fosse che lo stesso Ibrahimovic aveva colpito la palla con l'arto superiore del corpo prima di sferrare il tiro. L'arbitro, nonostante questi errori, favoriti anche dalla mal attuazione dei guardalinee, ha la capacità di lasciar giocare e permette di non far perdere ritmo alla partita e di questo gliene va dato atto. Proprio una di queste punizioni battute velocemente consente a Molinaro di presentarsi in posizione favorevolissima sul fondo ma il suo tiro-cross viene messo provvidenzialemtne in angolo da Valdés che anticipa Marica, subentrato ad un encomiabile Pogrebnyak qualche minuto prima. Altri fuorigioco dubbi fischiati allo Stoccarda (che avrebbe di che lamentarsi...ma che non lo farà a fine match) e la partita arriva presto negli ultimi 10 minuti che il Barca fa passare "trattando" il pallone e mettendo in scena un torello anche un pò stucchevole. La gara finisce su un fallo di Khedira, che trattiene per la maglia Messi lanciato verso la metà campo avversaria e che vede un tentativo di reazione della "pulce" ed una spinta di Ibrahimovic allo stesso Khedira che avrebbe dovuto essere sanzionata. Tutto rimandato al Camp Nou dunque, anzi, tutto rimandato ai quarti per il Barca, che dopo essere scampato indenne a questo tifone non può che ritenersi con un piede e mezzo nel turno successivo anche perchè gli spazi del Camp Nou potrebbero diventare troppo enormi da coprire per una squadra che ha dato tutto all'andata nella speranza di garantirsi un futuro, ma che è solo passata vicino al treno, in verità un accelerato stasera, senza salirci. Carpe Diem !