giovedì 21 maggio 2009



LA RIVOLUZIONE...ARANCIONE!



Storica "prima" dello Shakhtar e del calcio ucraino in Coppa Uefa e dall' avvenuta indipendenza.

Marcelo Moreno in primo piano: paradosso fotografico per un giocatore ai margini della squadra benché il boliviano ex Cruzeiro fosse stato un acquisto piuttosto dispendioso. A sinistra Jadson, a destra Srna con la figlioletta e più defilato si nota anche il timoniere Lucescu.
Sullo sfondo il presidente ucraino Yushchenko, benefiaciario della famosa "Rivoluzione Arancione" di fine 2004.


Brasile 3, Resto del Mondo 0, ovvero Brasile contro Brasile 5-1. Più semplicemente: Shakhtar 2 - Werder Bremen 1. Il succo della gara potrebbe essere condensato in quella fucina di talenti rappresentata dal "Futebol Bailado" che ha solcato il match di mercoledì monopolizzando il 100% delle reti. 5 verdeoro nel "roster" e tutti in campo per quanto riguarda gli ucraini; 2 nel Werder ma il 50% se ne è rimasto nella tribuna del Sukru Saracoglu e, sorridente, ha osservato al naufragio dei compagni condotti con maestria in finale per ampi meriti dello stesso: si parla di Diego Ribas da Cunha. L'assenza, dovuta ad un "giallo" per motivi disciplinari rifilatogli da De Bleeckere nella semifinale di ritorno, era la chiave di volta nello sviluppo di questa finale e tale si è dimostrata alla luce dei fatti.

Nel caldo istanbuliota, lo stadio del Fenerbahce ospita l'ultima edizione della coppa Uefa così denominata, e quindi chiude il cerchio di una storia durata 38 edizioni; una denominazione susseguente alla Coppa delle Fiere e madre della nuova Uefa Europa League (...cambiera poco, a parte i nomi). 
Il catino gialloblu ha tutta l'aria di non essere invaso da orde di tifosi "direttamente interessati", poiché se gli ucraini raggiungono le 7.000 unità, i tedeschi sono ancora meno (4.500 circa). Lo stadio però si riempie ugualmente di "imparziali" tifosi turchi che pendono un pò per Lucescu, che qui ad Istanbul ha allenato sia "Cim Bom" che Besiktas, un pò per il figliol prodigo Mesut Ozil, turco di Germania o tedesco di Turchia, dipende un pò da come la si vuole vedere.
Medina Cantalejo è al canto del Cigno, ma per l'occasione sfoggerà il vestito di Gala disputando una prova impeccabile, molto al di sopra degli standard ai quali ci ha abituato.

Il "Luce" non sorprende né con il modulo, il collaudato 4-2-3-1, né con gli uomini, visto che lo squalificato ceco Hubschman viene rilevato dal polacco Lewandowski, mentre per il resto opta per lo schieramento di tutta la batteria di brasiliani a sua disposizione. Quindi: Pyatov in porta, Srna e Rat terzini di spinta, Kucher (assente per squalifica nella semifinale di ritorno) e Chygrynskyy centrali difensivi. La mediana è sostenuta da Fernandinho e Lewandowski  per l'appunto, Ilsinho ala destra, Willian sulla mancina e Jadson dietro l'unica punta: Luiz Adriano.
Schaaf invece, oltre al menzionato Diego deve fare a meno dell'altro squalificato Hugo Almeida e del colosso difensivo Per Mertesacker infortunatosi proprio nella gara del Volksparkstadion, quella che ha schiuso le porte della finale. Il rombo di centrocampo vede quindi Baumann vertice basso, Niemeyer e Frings mezze ali ed Ozil nelle vesti del Diego di turno; abiti che gli calzeranno piuttosto larghi per tutta la durata dell'incontro. Il resto della squadra è il classico undici con le uniche differenze date dalla presenza di Prodl al fianco di Naldo ed in sostituzione di Mertesacker, e con Rosenberg (sostituto di H. Almeida) a supportare Pizarro. La novità, inattesa anche dall' Uefa, è quindi derivante dall'ingresso dal primo minuto del giovane Niemeyer che viene preferito a Tziolis: scelta che a posteriori il buon Schaaf rimpiangerà non poco.
Dopo qualche istante di studio, la gara si infiamma al quinto, quando un "piatto" di Luiz Adriano dal vertice dell'area grande lambisce il palo destro della porta di Wiese e si spegne sul fondo. La partita sembra inesorabilmente "cadere" nelle mani dei palleggiatori ucraini: il quartetto offensivo sfodera giocate incisive e le incursioni di Rat e Srna sono sorgenti di gioco da cui trarre spunto per le finalizzazioni. Chygrynskyy pare essere il sesto brasiliano in campo: maestria tecnica, senso della posizione e fendenti precisi e secchi tagliano in due il campo e sono volte alla ricerca di un Srna avanzato (o di Ilsinho) oppure tendenti a captare Rat o Willian sulla mancina. Davvero spettacolari, per pulizia d'esecuzione e estrema tassonomicità, i lanci del giovane centrale ucraino che pare avere una calamita nel piede. In mediana, il lavoro oscuro di Fernandinho e Lewandowski soffoca sul nascere le timide iniziative di Niemeyer e Frings, ed Ozil alquanto evanescente, non trova mai lo spunto per meritarsi la palma di sostituto di Diego. Là davanti, sia Rosenberg che il peruviano Pizarro non ottengono palle giocabili dovendosi riciclare in un oscuro compito di rincorsa degli avversari per il recupero della sfera. Bloccate da...De Bleeckere... le fonti di gioco anseatiche, la manovra risulta inceppata anche dal pressing avanzato ed ossessivo proposto dagli uomini in arancione. La difesa invece regge, poggiata su un solido Naldo, ma alla lunga il gioco prodotto da Srna e soci assume le proporzioni del dominio tecnico-tattico, tanto che non è stupefacente che la rete arrivi prima ancora della mezz'ora di gioco. 
25esimo: filtrante di Rat per Luiz Adriano, nessun centrocampista tedesco intercetta, ed anche Prodl cincischia nell'intervenire favorendo così il contatto con la sfera del giovane brasiliano ex Internacional Porto Alegre. Gli si spalanca la meta avversaria e quest'ultimo si presenta solo davanti a Wiese trafiggendolo con un dolce tocco a scavalcare. Rete pregevole e meritata che premia il gioco esercitato dagli ucraini sempre costante, volitivo e alla ricerca del gol. 
Due minuti dopo sempre Luiz Adriano avrebbe la palla del K.O. ma il suo tiro a giro termina alto sopra la barra trasversale. Al 30esimo è Willian a calciare debolmente sulle mani protese di Wiese e quindi al 35esimo ecco giungere improvviso il pareggio in seguito ad un macroscopico errore dello sventurato Pyatov: punizione dal limite che Naldo pare battere innocuamente (mentre il brasiliano dispone di un autentico siluro) ma il portiere dei "minerari" scippa qualche anno di vita al sempreverde Lucescu facendosi scivolare la palla dai guanti in seguito ad una presa insicura. La palla varca la soglia della linea bianca e la gara è riportata in parità. 
4 minuti dopo lo stesso Pyatov, ancora tramortito dalla "gaffe", esce a vuoto su di un traversone prevedibile e deve ringraziare l' imprecisione di Pizarro che di testa manda sul fondo poichè sorpreso dallo svarione.
Lo Shakhtar non perde però il bandolo della matassa e sfiora nuovamennte il vantaggio in seguito ad un missile scagliato da Lewandowski sul quale Wiese compie un intervento spettacolare quanto efficace. Il finale di tempo si chiude con due mischie nell'area piccola dei tedeschi, ma con un pò di concitazione finale si arriva alla pausa.
Il ritorno in campo delle squadre non vede variare il copione di gara e nonostante due occasioni degli ucraini (Wiese respinge una punizione di Jadson; Fernandinho calcia abbondantemente a lato da buona posizione) il Werder non si scrolla di dosso quella strana sensazione di squadra priva di idee e che sia lì ad aspettare che la gara si trascini sino ai supplementari. Una stranezza in una stagione in cui gli uomini di Schaaf hanno spesso e volentieri dettato legge nei campi europei nei quali hanno giocato; la pur gravissima defaillance di Diego non pare giustificare sino in fondo questo atteggiamento così remissivo.
Si arriva all'ultimo quarto d'ora della gara ed Hunt, appena mandato nella mischia, effettua una spizzata col capo su una punizione dalla lunga gittata che costringe all'impresa Pyatov. E' la maggiore occasione avuta dagli anseatici in tutta la gara.
Dopo 93 minuti si chiudono i tempi regolamentari, e dopo aver rifornito il serbatoio dei liquidi necessari si riprende per i restanti 30 di gioco. Nel frattempo Gladkyy ha concesso il riposo al primo dei brasiliani della truppa del presidente-magnate Akhmetov: quel Luiz Adriano che si era illuso di aver indirizzato la gara.

Ancora Shakhtar in pompa magna e dopo 7 minuti di lancette arriva il turno di Wiese nell'emulazione del collega Pyatov: centro rasoterra di un insaziabile Srna e Jadson, colpendo liberamente all'altezza del dischetto, trova l'angolino basso alla destra del "mesciato" Tim; il gol è però frutto del mancato arresto della palla del pur bravo portiere teutonico; la stessa, sfuggente sotto le braccia protese termina la corsa lemme lemme nella rete tedesca. E' un 2-1 legittimo che a questo punto potrebbe definitivamente far pendere la bilancia a favore dello Shakhtar e sancirne il trionfo, ma esattamente come nel primo vantaggio Pyatov pare proprio che voglia dire l'ultima parola in proposito, attentando nuovamente alle coronarie degli ucraini e rischiando la capitolazione ma salvandosi con una parata salva-errore su conclusione di Pizarro. A quel punto, con tutto a favore, l'arioso e veloce gioco ucraino può foraggiarsi delle vistose praterie che dovrebbero aprirsi in seno all'undici in maglia bianco-verde e proprio in uno di questi spazi creatisi, un intelligente lob di Willian starebbe per crocifiggere definitivamente Wiese se la palla non si accomodasse languemente sulla parte superiore delle maglie della rete tedesca. Rimangono quindi 15 minuti di speranza, nei quali un Werder finalmente mordace e disinvolto cerca di rompere la ferrea linea difensiva predisposta da Lucescu, ma prima Ozil e Boenisch e poi soprattutto Tziolis (subentrato a Niemeyer) mancano la stoccata. Lucescu apporta l'ultima correzione sostituendo un malconcio Jadson con il serbo Duljaj (in precedenza aveva cambiato Ilsinho con Gai spostando Fernandinho nel ruolo dell'ex giocatore del San Paolo) e l'impressione che se ne ricava e che gli arancioni stiano troppo sulle loro e la paura di un traguardo storico stia tagliando ossigeno e fosforo a gambe e testa. 
E' una continua ricerca del gioco con il cronometro, pratica che mai aveva accompagnato la squadra arancionera nei primi 105 minuti regolamentari. L'affanno sembra materializzarsi in incubo quando un pallone vagante che giunge da lontano arriva sui piedi di Pizarro; l'andino sfiora lo stesso lo fa terminare in fondo al sacco senza che né Chygrynskyy né Pyatov intervengano. Sugli spalti ucraini gela il sangue nelle vene, ma il pronto fischio di Medina Cantalejo evidenzia una chiarissima spinta dell'ex Chelsea. Il bomber di Brema aiutandosi pesantemente con le braccia impedisce l'intervento ad uno stranito Chygrynskyy, il quale basito non ha neanche la prontezza di protestare ma lo salva il provvidenziale intervento arbitrale. Decisione giusta in un momento topico della gara; Medina C. chiude una carriera che gli ha regalato molto più di quanto il suo valore meritasse con un ultimo fischio azzeccato ed in questa finale ha saputo prendere, praticamente sempre, la decisione corretta.
Due lunghi minuti di agonia per il Werder e di trepidazione per lo Shakhtar e poi la meritata festa arancione può esplodere sotto il cielo di Turchia. Una vittoria storica di una compagine che, costruita nel tempo grazie agli ingenti investimenti del proprio presidente Akhmetov, ha saputo cogliere l'attimo dopo una cavalcata imponente che l'ha vista superare in sequenza grossi calibri come Tottenham, CSKA Mosca, Marsiglia, gli storici rivali della Dynamo Kyiv per poi giungere all'atto finale contro una squadra che aveva deliziato nell'arco del torneo, ma che è mancata fragorosamente all'atto finale, sebbene le giustificazioni non manchino ad iniziare dalle assenze di Hugo Almeida e Mertesacker per proseguire con quella di Diego che, giocherellone e sorridentissimo dalla tribuna, ha assistito impotente alla disfatta della propria squadra. Incurante dell'evento, ha poi concesso un'intervista all inviato de " La 7" (Bruno Vesica) nella quale dichiarava che i pochi dettagli necessari alla finalizzazione del proprio contratto con la sua nuova squadra erano praticamente risolti, diceva che si sarebbe atteso una grande prossima stagione e poche ore dopo la finale giurava amore eterno ai colori bianconeri in barba al buon gusto, alla morale e alle...lacrime di quella tifosa tedesca, ripetutamente inquadrata dalla regia internazionale, che si è sciroppata 2485 chilometri per andare a vedere la propria squadra del cuore...!
...ECCO...: ...E' DI CUORE CHE SI PARLA...!!! 

PAGELLE:
 
SHAKHTAR

PYATOV 4,5, SRNA 7,5, KUCHER 6, CHYGRYNSKYY 8, RAT 7, FERNANDINHO 6,5, LEWANDOWSKI 6, ILSINHO 6,5, JADSON 6,5, WILLIAN 6,5, LUIZ ADRIANO 7.
Subentrati: GLADKYY 5, GAI 6, DULJAJ S.V.


WERDER 

WIESE 6, FRITZ 6, PRODL 5, NALDO 7, BOENISCH 5,5, BAUMANN 5,5, FRINGS 6, NIEMEYER 4, OZIL 3, ROSENBERG 5, PIZARRO 5.
Subentrati: HUNT 6, PASANEN 5,5, TZIOLIS 6,5      
    

4 commenti:

The Chosen One ha detto...

La finale a mio avviso è stata espressione di un classe media volenterosa di far bene, ma ancora non al livello dell'elitè del calcio Europeo.
La partita non è mi è piaciuta tanto, e tranne qualche sprazzo, di bel gioco non ne ho visto cosi tanto.
Mi sarebbe piaciuto vedere Diego in campo perchè avrebbe potuto sparigliare le carte in tavola con la sua classe e le sue giocate e avrebbe portato imprevedibilità alla manovra del Werder altrimenti troppo lenta e scontata.
Preferiso sorvolare sui portieri perchè sia Wiese che Pyatov si sono dimostrati inadeguati per l'occasione con 2 papere davvero ridicole.
Nel complesso la vittoria dello Shakhtar è pulita e meritata.
Molto bello il gol di Luiz Adriano che a dispetto dei tanti gol che di solito sbaglia è stato in grado di finalizzare alla grande il filtrante di Rat.
Nel Werder mi ha deluso moltissimo Ozil da cui mi sarei aspettato di più anche e soprattutto in assenza di Diego.

Ciao

Vojvoda ha detto...

A me la gara non è affatto dispiaciuta e avrai potuto notarlo dal tenore dell'articolo.
Lo Shakhtar da anni spinge per entrare nel salotto dei grandi e le potenzialità della società sono state corroborate da questa vittoria.
La squadra negli anni scorsi ha speso molto ma a livello europeo non è stata ripagata in egual misura come invece è accaduto nel torneo interno.
Ricordiamo che negli ultimi anni nella squadra sono passati giocatori di tutto rispetto come Elano , Brandao, Matuzalem, Lucarelli, Pletikosa, Marica ed Aghahowa senza dimenticare i locali e per esemplificare cito Tymoschuk per tutti.
Il centro sportivo della società è all'avanguardia e la squadra è destinata a crescere anche in virtù di continue qualificazioni alla Champions League.

Diego per il Werder è come Kakà per il Milan, Ibrahimovic per l'Inter C.Ronaldo per lo United, Messi per il Barca, Ribery per il Bayern.
E' un giocatore stellare con prospettive che vanno ben oltre lo status attuale. Vale gli altri citati e venderlo per 25 mln di euro è un autentico scempio per le casse del Werder che anche se facesse rientrare alla base Carlos Alberto dal Botafogo non credo che a breve termine possa soppiantare la dipartita dell'ex Santos.
La stagione di quest'anno ha dell'incredibile per le qualità messe in mostra in tutte le gare europee.

Tema portieri: Wiese per me è un fenomeno; grande elasticità e forza nelle gambe, una reattività da far invidia all'uomo ragno e una capacità di fare parate strabilianti davvero rara,
ma soffre di qualche crisi passeggera che ne deturpa il valore.
Ricordo come fosse ieri l'incredibile ingenuità contro la Juventus in Champions League che costò una qualificazione ai quarti già bella che in tasca.
Non mi capacito dell'errore di mercoledì, tanto più che prima era stato impeccabile.
Pyatov è l'anello debole della catena di Lucescu insieme al centrale Kucher. Se va in Brasile, paese tanto ricercato dagli osservatori ucraini, può portarsi a casa un portierone senza spendere follie (Bruno, Victor, Fernando Henrique, Felipe, Fabio, Fabio Costa... senza continuare la lista!).

Ciao;-)

Anonimo ha detto...

Sulle pagele sono sostanzialmente d'accordo anche se avrei dato un voto più alto a Pizarro (alla fin fine era l'unico che in attacco ha provato a fare qualcosa) ed uno decisamente più basso a Prodl, reo di aver commesso l'errore sul primo gol dello Shakhtar.

Per il resto, come ho scritto anche sul forum di Kerzha, parlare della partita riapre una ferita...un'occasione persa per portare un trofeo prestigioso in Germania.

Tantissimi rimpianti per non essere arrivati al momento clou con la rosa al completo.

Vojvoda ha detto...

Sinceramente a me è dispiaciuto parecchio che il Werder non si sia aggiudicato una coppa che aveva proposto una cavalcata esaltante sino alla finale. Grandi partite, ottimo spettacolo e bei gol ma in finale qualcosa si è inceppato e l'assenza di Diego è una valida spiegazione agli stenti della squadra. E' anche vero che l'avversario era di prima qualità e anch'esso artefice di un cammino impervio ma gratificante, suggellato da una coppa vinta piuttosto meritatamente.
Gli sforzi economici dello Shakhtar sono evidenti da anni, e l'aver "sverginato" la bacheca internazionale è un segnale forte dato da tutto il campionato ucraino arrivato finalmente alla prima coppa da quando ha raggiunto l'indipendenza. Ricordiamo che sia Dynamo (semifinalista) che Metalist (eliminata agli ottavi dalla Dynamo) hanno dsputato un'ottima competizione e la storia e la ricrescita di squadre come Dnepr, Chernomorets Odessa, Tavriya Simferopoli oltre al Metalurg Donetsk (l'altra squadra cittadina) fa ben sperare anche in vista di un futuro più roseo.
Diciamo che, da curatore di un blog sul calcio internazionale, non posso non rallegrarmi che una nuova squadra sia entrata a far parte dei club vincitori di una coppa europea, ma al tempo stesso provo tanto rammarico che l'abbia fatto a spese di un club tedesco e per giunta come il Werder che sino alla finale aveva mostrato gli "attributi" in tutte le situazioni...!
Ciao;-)