mercoledì 30 dicembre 2009


VENTI DI...GLORIA

E...VENTI...DISASTROSI !!!



Pavlyuchenko: desaparecido al White Hart Lane, con tutta probabilità tornerà in Russia.



(2A PARTE)


I -


1.ROBINHO: 43 milioni di euro, a tanto ammonta l'investimento fatto dalla proprietà araba per portare al City of Manchester Stadium il diamante che avrebbe reso ancor più preziosa la collezione degli sceicchi arricchitasi poi quest'estate di altre pietre preziose.
Dipinto come il nuovo Pelè dai suoi primi calci con il Santos, aveva attraversato l'oceano per imporsi nella squadra più prestigiosa al mondo rimanendovi tre stagioni senza mai entusiasmare come il curriculum prometteva. L'estate del 2008 piombavano su di lui gli emiri convinti che inserendo un jolly avrebbero più facilmente composto il mosaico di carte che li avrebbe condotti ad un poker vincente da sbancare la Premier. Robinho sarebbe servito da magnete di attrazione per altre stelle poi trascinate comunque e a suon di milioni verso Manchester, sponda Blue Moon.
Se la scorsa stagione si poteva etichettare come transitoria, con un City escluso da tutto e senza aver annusato nemmeno l'odore di un trofeo, quest'anno si aspettava l'esplosione sua e della squadra. Invece è avvenuta l'implosione dello stesso. Fuori forma, fuori giri, fuori ruolo e alla fine pure fuori squadra. Patetiche prestazioni condite da errori tecnici da mediani di Conference. Mai in sintonia coi compagni, ostinato sino alla morte nel pavoneggiarsi arbitrariamente con la palla tra i piedi verso il nulla. Chiuso da un muro di egoismo pare essere giunto in un pianeta a lui sconosciuto. Spettatore non pagante pagato senza aspettare vive la Premier come un esilio dorato piuttosto che un'opportunità imperdibile di giocare nel miglior campionato del mondo. Mancini ne vuole fare un simbolo e per questo alla prima da neotecnico Citizens gli ha proiettato addosso le luci della ribalta ricevendo in cambio una prova allucintamente imbarazzante che se non facesse freddo già di per se in questo periodo sarebbe da valutare con un meno davanti al voto. Non riesce nelle cose banali, prova banalmente cose difficili ricevendo in cambio una sorta di commiserazione generale. Punto fermo di Dunga, a quanto pare quando indossa la casacca blu-canarino sembra recuperare qualche nozione di calcio e come un tergicristallo che sbloccato dal gelo inizia le proprie funzioni a cui è preposto. Greenpeace oltre a preoccuparsi di salvare le balene dovrebbe avere una funzione poliedrica e recuperare questo ragazzo che della gazzella cui metaforicamente viene paragonato ha la fuga, non la corsa. Scappa come un coniglio da una realtà che lo incalza e da lui rifiutata. Mancini dovrà recuperarlo per il palcoscenico mondiale e chi scrive sarà il più contento di essere smentito nell'asprezza di giudizio.

2.ADEBAYOR: non ha ancora dato di testa e questa in periodo natalizio è una novella lieta. Il regalo di Natale è arrivato anche con anticipo ma nè per il togolese, nè per il City; in una calda giornata di luglio quando la dirigenza Citizens ha staccato un assegno di 29 milioni di euro è stato Wenger a beneficiare dell'inatteso cadeau. Non che qualche gol all'inizio non l'abbia segnato, però la tipologia rissosa del carattere del togolese, la funzionalità dello stesso, fotocopia di un Santa Cruz giunto un mesetto prima e prescelto dall'allora Hughes che lo aveva allenato al Blackburn, la spesa affrontata per aggiudicarselo ne fanno sinora un acquisto errato e superfluo. Un giocatore che ha avuto una quotazione di piazza elevata sino a due stagioni orsono ma l'ultimo anno ai Gunners aveva visto appannare l'immagine del lungagnone africano. Deve smentirci e risollevare le proprie ed altrui sorti senza colpi di testa che non siano sul terreno di gioco e verso le porte avversarie.

3.AQUILANI: 22 milioni di euro circa per un debutto avvenuto all' 82° della dodicesima giornata di Premier in sostituzione di Lucas Leiva. Da allora altri 4 gettoni di cui 2 da titolare per colui che era stato acquistato come il naturale (!?!) sostituto di Xabi Alonso partito per sposare il progetto di Don Florentino.
Giunto già scassato ma pagato per buono, un'ulteriore perla da incastore nella stagione 2009-2010 di Rafa Benitez che pare abbia lasciato il lume della ragione in qualche buio pub della Mersey. Sovradimensionata dai media l'unica prestazione accettabile, quella contro un Wolverhampton menomato dall'arbitro e colpito dalla mala sorte si attende che il romano giustifichi nella seconda parte di una stagione già abbondantemente compromessa i soldini sborsati dalla società, ma intanto sono già trascorse 20 giornate.

4.PAVLYUCHENKO: mancano i dolcini della mamma, il gelo di Mosca (forse anche le donne) e nonostante Londra offra spunti interessanti anche solo come turista il nostro Roman di Mostovskoy proprio non ne vuole sapere e batte i piedi per tornarsene a casa. Un vero peccato! Il ragazzo visto agli ultimi europei avrebbe avuto tutto il White Hart Lane ai propri piedi. Piedi educatissimi, beninteso. Testa ribelle, reietto all'adattamento soffre gli allenamenti di Redknapp e si appella ad un'alimentazione inglese che non riesce a digerire. Nei meandri del cervello matura la dipartita e le prestazioni sul rettangolo verde avvalorano la tesi che la testa comanda il corpo. 32 presenze, cinque gol: numeri da difensore centrale non da punta tecnica e di peso quale sarebbe se solo fosse in lui. A gennaio verrà esaudito il desiderio di bye bye.

5.LUCAS LEIVA: esploso in età infantile al Gremio, pareva essere una delle stelle più luccicanti del firmamento dei centrocampisti nel panorama mondiale. Involuzione pari alle aspettative: enorme. Questa è la diagnosi.
E' un centrocampista sopravvalutato, non da Liverpool con certezza; protetto tra Xabi Alonso e Mascherano ha vissuto di rendita quando chiamato in causa. Ora, senza il basco e con l'argentino infortunato, si trova ad orchestrare un reparto senza possedere le chiavi per la gestione dello stesso. Dovrebbe ripassare magari intrufolandosi in una squadra di minor appeal ed ambizioni del Liverpool. Potrebbe rigenerarsi. O forse no!

6.ELMANDER: mistero della fede...! Arrivato da Tolosa in pompa magna dove era il Re indiscusso conducendo la squadra ad un terzo posto finale e qualificazione in Champions League annessa. Catapultato nella realtà di una Premier che non mai compreso appieno ha fallito miseramente. 13 milioni di euro è l'ingente somma investita da Megson per portarlo al Reebok Stadium dove da settembre sta scaldando mestamente la panchina con appena 5 presenze da titolare. Era difficile pronosticare un così scarso feeling col calcio britannico per uno svedese quotato in patria (45 caps in nazionale). Scandinavi solitamente tra i migliori nell'adattibilità al campionato inglese. Attaccante alto e longilineo, può agire anche da ala e nel Tolosa era spesso rifinitore. Neanche l'ombra di tutto ciò nella sua permanenza a Bolton.

7.DOSSENA: Benitez meriterebbe un premio: tra i primi 7 ha tre dei suoi uomini, quasi il 50%. Arrivato da Udine per 9 milioni di euro con la fama di terzino d'assalto, ha racimolato 18 presenze in un anno e mezzo, per lo più da rimpiazzante. Partito benino all'inizio della scorsa stagione è diventato la terza scelta dietro Fabio Aurelio e il giovane argentino Insua. Butta aria di partenza nel mercato di gennaio; è già stato in odore di Napoli l'estate appena passata ma sembre direzionato verso la Spagna.

8.EDUARDO DA SILVA: il brasiliano che ha scelto la Croazia, paese dove si è sviluppato il suo talento calcistico, pare un pesce fuor d'acqua nell'Arsenal di Wenger. Mai ripresosi appieno dall'infortunio, appare fuori posto nel meccanismo di Wenger e come punta centrale sta facendo rimpiangere fin troppo il fenomeno Van Persie e la seconda scelta Bendtner. La gran mole di lavoro svolta dai Fabregas e compagnia danzante viene puntualmente mortificata dalla lentezza ed imprecisione del brasiliano. Da esaurimento nervoso notarne le movenze al rallenty. Sembra avere il tempo contato nella truppa arsenalista e questa potrebbe essere la sua ultima stagione alla corte dell'alsaziano.

9.SKRTEL. l'orribile prima parte della stagione del Liverpool è testimoniata dagli impacci di un giocatore che nella prima stagione e mezzo aveva stupito per concentrazione, capacità fisiche, presenza ed impatto su partita ed avversario. Tutto sfumato in questi 5 mesi: scioltosi come neve al sole e sprofondato in panchina dove rischia di finire per l'intera stagione. Da recuperare mentalmente per la sua nazionale, alla prima mondiale.

10.KEANE: gli altari della nazionale dove è sempre uno dei migliori, la polvere della Premier dove fatica da qualche anno a questa parte; che sia Liverpool (squadra per cui tifava da piccolo), che sia Tottenham, compagine che ha risposato dopo la parentesi ai Reds. Prossimo alla partenza si dice, oramai riserva del duo Defoe-Crouch, non ha mai convinto, e la cifra investita su di lui (quasi 17 milioni di euro) è un macigno che si porta appresso. Dovrebbe tornare quello del primo periodo al Tottenham ma dovrebbe farlo altrove, magari indossando una bella maglia verde.

11.OBI MIKEL: John Michael Nchekwube Obinna compirà presto 23 anni e del ragazzino talentuoso che stupì al Lyn Oslo tanto da strapparlo ad una feroce concorrenza del Manchester United è rimasto un giocatore la cui carriera potrebbe rimanere intrappolata in una fatidica frase: nè carne nè pesce. Non convince mai persino quando gioca bene e nella faraonica rosa messa in piedi da Abramovich, di quelli che vedono maggiormente il campo è quello più deludente ed inconcludente. Troppo compassato, si avvolge su se stesso durante la gara e non esce più dalla fase di impasse. Non ha nè la classe, nè l'impeto, nè la fame leonina del titolare Essien, e quando è costretto alla sostituzione del ghanese si vedono lampanti le differenze di qualità. Quando gioca dal primo minuto e poi viene cambiato, il primo a giovarne è il gioco e di conseguenza la squadra. Giocatore sopravvalutato.

12.BENTLEY: 22 milioni di euro versati nelle casse del Blackburn gridano vendetta per uno dei giocatori con maggior classe nel panorama della Premier, ma che al White Hart Lane solo raramente ha elargito dosi di quel talento che per primi gli riconosciamo. I cross al bacio sono la sua specialità, le punizioni a giro liftate da far sembrare un frisbee il pallone non le vediamo più perchè il dimesso David langue in panchina come uno Smith qualunque. Sembra che il suo futuro possa allontanarsi dal nord di Londra per una grande carriera che sembra oramai già...dietro le spalle!

13.NANI: un nome profetico nella Premier (il riferimento ad un dirigente del West Ham è puramente...intenzionale), sinonimo di fallimento. 26 milioni sul conto dello Sporting Lisbona per un'ala che la differenza la fa nel cortile di casa sua.
I salti mortali, specialità della casa, lì fa sull'erbetta del giardino e i pochi amici ad applaudirlo. L' Old Trafford si sta ancora chiedendo chi sia davvero Luis Carlos Almeida da Cunha nato a Praia, capitale di Capo Verde, nazionale lusitano. Molto simile a Quaresma, idolo in Portogallo e fantasma in Europa (Barcellona, Inter e Chelsea), Nani si sta tracciando un cammino simile benchè sia di tre anni più giovane. Spesso non gioca neanche quando mancano tutti i pupilli di Ferguson...!

14.BABEL: quest'aletta frizzante che tanto entusiasmava ai tempi dell'Ajax non è ancora riuscita ad imporsi ad Anfield Road. Arrivata per 18 milioni era la ciliegina sulla torta di un mercato che aveva portato gente come Torres e Skrtl dopo la finale di Champions raggiunta e persa nel mese di maggio. Un giocatore facile nel saltar l'uomo, elettrico nelle giocate, brillante nelle intuizioni, dribbling sempre a portata di gamba. In due anni e mezzo questo Babel si è visto raramente, alternando prestazioni discrete, mediocri e molte volte incolori, a pochi raggi di luce. Il tempo è scaduto: o Babel vuole far sapere al mondo intero che è ancora un signor giocatore oppure rimarrà nel dimenticatoio del calcio?

15.RICHARDSON: scuola West Ham, a Manchester ha spesso scaldato la panchina per giungere poi a Sunderland in cambio di 8,5 milioni di euro. Un prospetto cui si predicevano grandi risultati, non ha quasi mai impressionato e neanche sotto la sapiente guida di Bruce sembra riuscire a compiere un salto di qualità che evidentemente non è nelle sue corde. Bloccato definitivamente nella crescita è un centrocampista molto normale.

16.BERBATOV: 38 milioni per il ragazzo di Blagoevgrad che dal Pirin, squadra della sua città natale, ne ha fatta parecchia di strada. Eppure la stella di Leverkusen ed in seguito nel Tottenham pare aver arrestato la parabola ascendente e la prima annata al Manchester, nonostante i successi d'equipe, non è stata affatto esaltante. Un pò l'anello debole della catena tra Rooney, Cristiano Ronaldo Giggs e company. 5 reti in 16 presenze quest'anno: non un bottino da pirata.

17.ALTIDORE: prestato dal Villarreal, dove era un comprimario chiuso dalla concorrenza, in 15 presenze di Premier non ha ancora timbrato il cartellino. Un giocatore promettentissimo e che alla Confederation's Cup aveva fornito prestazioni adeguate alla fama contribuendo al raggiungimento di una storica ed inattesa finale ai danni della favoritissima Spagna. 20 anni e un futuro davanti per questo torello che deve affinare le qualità tecniche e calarsi al più presto possibile nel contesto del calcio europeo. Un altro giocatore con la maglia a stelle e striscie ma all'Hull è spesso un fantasma.

18.KALINIC: 7 milioni all' Hajduk per un prospetto di ventun anni parecchio richiesto nel mercato estivo. Solo sgoccioli di partita sinora però e una sola presenza da titolare nelle prime 20 giornate. Per ora Mc Carthy, Roberts e Di santo gli sono davanti e non è poca roba.

19.HENNESSEY: perso il ballottaggio con il 37enne Hahnemann, questo portiere ventiduenne grande promessa del calcio gallese e in una fase di crescita che sembra essersi arrestata. Da una carriera che si preannunciava di buon livello al fiasco di quest'inizio di stagione che lo vede tra i portieri meno affidabili della Premier. Una vera delusione.

20.DI SANTO: Audax chiama, Abramovich risponde e versa quasi 5 milioni di euro per questo ventenne che non ha dimostrato nulla per meritare tanta considerazione. Piuttosto impacciato sul piano tecnico, non si intravvedono margini di miglioramento ma intanto Allardyce gli ha regalato 15 gettoni di presenza nel Blackburn 2009-2010 orfano di Santa Cruz.

21.NOSWORTHY: sempre tra i peggiori del Sunderland di quest'avvio di stagione, il giamaicano nato a Londra fa il centrale per esigenza ed il terzino per indole ma i limiti tecnici non sono compensati dalla sola forza fisica. Più adatto ad una Championship di basso profilo occupa spesso le classifiche di demerito dei vari turni di campionato. Dal 2005 a Sunderland ha già collezionato più di 100 presenze. Può ritenersi un miracolato del pallone...!

22.ARMAND TRAORE': terza scelta di Wenger nel ruolo di terzino sinistro, obbligata per via degli infortuni di Clichy e Gibbs. Evidenti limiti tecnici, carenze di sangue freddo, errori tattici dovuti in parte anche all'età (appena ventenne). Inadeguato in un Arsenal vincente ma non è nemmeno colpa del parigino se il titolare e la riserva sono out per malanni fisici.

23.DINDANE: divoratore di reti, ha bisogno di numerose occasioni per centrare la porta. Generoso, è arrivato in prestito dal Lens senza troppe pretese ed è incredibilmente riuscito a conquistarsi un posto nei 23 ivoriani che andranno a giocarsi il trofeo continentale in Angola a spese di Seydou Doumbia, Sekou Cissè, Arouna Konè e Sanogo: giocatori più abili ed affidabili.







1 commento:

Simone Salvador ha detto...

Complimenti per l'analisi! Da profondo conoscitore della Premier.
D'accordissimo con Robinho al numero 1. Secondo me resta un giocatore sopravvalutato. I 22 milioni per Aquilani sono tanti, probabilmente troppi. Però aspetto di vederlo nella seconda parte di stagione quando avrà una condizione accettabile (si spera).Elmander era un mio pallino e mi sta deludendo molro. Tecnicamente è molto forte. Magari col nuovo allenatore potrebbe ritrovarsi. Molto male anche Nani. Anche Anderson sta giocando al di sotto delle attese iniziali.