sabato 27 giugno 2009



CON PIENO...DE MERIT!!


Successo sorprendente degli U.S.A. che facendo seguito ad una prestazione maiuscola sotto il profilo difensivo, mettono fine alla striscia di 15 vittorie consecutive e soprattutto all' impresionante serie di 35 partite senza conoscere sconfitte. Record spagnolo infranto nel momento cruciale della manifestazione...!




La gioia americana,in contrasto con la delusione spagnola. Ai giocatori non resta che abbassare lo sguardo e coprirsi il viso dalla vergogna.




Ed alla fine cadde! Nella fredda notte di Bloemfontein l' "Invencible Armada" subisce un'inopinata battuta d'arresto, tanto impreventivabile, quanto fragorosa per le ripercussioni che si trascina.
Spagna privata della finale più logica e spettacolare, quella con il Brasile che ad onor del vero ha faticato quanto e più degli iberici uscendo indenne solo per un colpo di classe individuale a tempo quasi scaduto, Spagna privata della possibilità di fregiarsi di un secondo titolo a breve distanza dal successo europeo di un anno fa, Spagna privata del record di 36 gare consecutive senza patire rovesci, record fermatosi a 35 e che dovrà spartire proprio con i verdeoro coabitandoci per parecchio tempo (si presume), e in ultimo, Spagna alla quale sono state sottratte in un attimo, nello spazio di 90 minuti, tutte le certezze costruite dal giorno dopo l'ultima sconfitta: casalinga contro la Romania il 15 novembre 2006.
Un fulmine a ciel sereno, una bomba esplosa senza preavviso alcuno un tonfo tanto inaspettato perchè arrivato da un confronto con un rivale che a questo stadio della competizione era piombato pressochè casualmente e per il classico rotto della cuffia passando attraverso il calcolo matematico della differenza reti e nella fattispecie del maggior numero di gol segnati a parità di goal average.
E veniamo proprio ai rivali degli iberici che tanto hanno impressionato per la loro tattica accorta sublimata da una prova difensiva impeccabile e rasentante la perfezione.
Bob Bradley il tecnico che ha ereditato la nazionale da Bruce Arena, ha avuto l'accortezza e la sfrontatezza di presentare due punte di ruolo evitando a priori il lassismo offensivo e scacciando dalle menti dei propri giocatori e in quelle degli avversari la sensazione di passività abbondantemente esibita contro il Brasile. Al cospetto di una nazionale che fa del cosiddetto " tiqui-taca" l'arma migliore per stordire prima ed assediare poi i malcapitati di turno. Un 4-4-2 flessibile che ha avuto il merito di essere stato interpretato con grinta ed applicazione notevole da parte dell'undici americano. Sin dai primi minuti gli Usa hanno messo in atto un pressing ossessivo in difesa ed a metà campo ed una vivacità nella lotta palla su palla che ha visibilmente sorpreso le Furie Rosse.
Davanti al baluardo Howard (a proposito: il numero 1 dell'Everton è uno dei portieri più forti che si trovino in giro per il pianeta), il preciso Spector agiva da terzino destro senza licenza di offendere, il "mostruoso" Onyewu e la diga De Merit formavano la coppia centrale, il veterano Bocanegra a sinistra. La linea mediana presentava il tecnico Dempsey a destra, il coriaceo M. Bradley ed il tamburino Clark in mezzo a tappar falle e la stella Donovan sulla corsia mancina. Le due punte erano il veloce C. Davies ed il massiccio Altidore, reduce da una stagione in chiaroscuro in quel di Xerez (promosso in Primera) in prestito dal Villarreal.
Una sorta di "fisarmonica", elastica e pronta a richiudersi a riccio senza mai disunirsi durante la fasi di tempesta che di tanto in tanto si verificavano. E così arrivava un vantaggio piuttosto meritorio al culmine di un paio di grosse minacce portate alla meta di Casillas. Segnali d'allarme che nel fronte spagnolo non venivano recepiti e che alla terza incursione venivano addebitati con gli interessi grazie alla movenza di Altidore che si liberava piuttosto agevolmente di Capdevila e fulminava centralmente un colpevole Casillas che veniva freddato con un calcio che il portiere del Real riusciva solamente a smorzare non impedendo che la sfera si insaccasse alla sua destra.
Il solo Torres aveva cercato la rete, accarezzandola, ma il tutto nel monologo statunitense. Colpita al cuore nei primi scampoli di gara, la Spagna reagiva molto soavemente anche se andava prossima alla rete su un'incursione di Riera che spegneva malamente a lato una superba occasione creatagli da uno scavetto magistrale di Cesc Fabregas, l'unico spagnolo in grande spolvero per tutti i minuti che è rimasto sul campo. La nazionale iberica prendeva via via in mano le redini dell'incontro creando i prodromi di occasioni a 5 stelle ma le insidie venivano spesso frustrate dalla spaventosa prestazione del duo centrale Onyewu e De Merit che giganteggiavano limitando i pericoli ai minimi termini e spesso vanificando il tiro in porta di Torres e Villa con precise chiusure. In questo baillamme, Howard doveva disimpegnarsi su un a conclusione di Torres dopo uno spunto personale che lo vedeva liberarsi abilmente di Bocanegra e dopo un ulteriore dribbling (di tacco) sul terzino del Rennes, scagliava il dardo che andava ad incocciare le manone di Howard. Erano anzi gli States a dover recriminare per un errore sotto misura di Dempsey che poco prima dell'azione di Torres con il capo spediva alto sopra la traversa un invitante traversone arrivato dai sapienti piedi di Donovan. Nella prima parte si deve anche registrare un fuorigioco fasullo fischiato a Donovan quando l'ex Bayer e Bayern si trovava solo soletto inanzi a Casillas.
La ripresa vedeva cominciare la squadra di Del Bosque a spron battuto ed il primo quarto d'ora gli Stati Uniti erano costretti a viverlo in apnea in attesa che la mareggiata rossa si placasse. Si prospettavano 45 minuti di patimenti indicibili e ci si immaginava che prima o dopo la Spagna potesse capitalizzare la costante pressione riversata sulla difesa a stelle e striscie ma passata la buriana gli uomini di Bradley capivano di essere usciti indenni e quindi abbozzavano qualche sporadica ripartenza. La Spagna scemava di intensità e gli Yankees rifiatavano concedendosi il lusso di chiudere la gara con 16 minuti d'anticipo sul tempo regolamentare. Torres e compagna avevano infatti inteso che l'aria che si respirava intorno ad Howard, in virtù delle grandiose prove dei due centrali difensivi e di tutta la retroguardia in coro, era piuttosto malsana e la tattica messa a punto da B Bradley che prevedeva che i due centrocampisti centrali (Clark ed il figlio Michael Bradley) arretrassero a dare manforte alla difesa ed i centrocampisti esterni intenti a ripiegare in centro per ottenere superiorità numerica ed affollare le corsie centrali, quelle predilette dagli iberici. Si creava un muro invalicabile ed tutti i centrocampisti e gli attaccanti spagnoli venivano risucchiati in un vortice di gambe e muscoli dai quali era quasi impossibile venirne fuori. Quando sfondavano, ci pensavano i soliti due Onyewu e De Merit e in ultima battuta un attentissimo Howard. Onyewu letteralmente invalicabile sulle palle alte, una presenza costante ed imbarazzante per gli avversari, di una fisicità stupefacente siglava una partita strepitosa. I due centrali sfoderavano una prova inimmaginabile all'inizio della gara: calamitavano su di loro tutte le palle che imperversavano nell'area di rigore stagliandosi al di sopra di tutti. Se passava qualche palla Howard, come detto, completava l'opera di muratura non ultimata da quei due. Va detto, per onor di cronaca, che ad inizio ripresa Xavi veniva sbilanciato in area da Donovan quando era a tu per tu con il portiere dell'Everton. Su altro assist al bacio di Fabregas ( una copia del primo per Riera), Donovan usava tempestivamente e volontariamente l'anca per dissimulare quanto più possibile il fallo; il catalano ruzzolava a terra ed infatti il direttore di gara rimaneva innocuo ma la scorrettezza era evidente e doveva essere punita con rigore ed espulsione.
Come dicevamo: tanto dominio doveva condurre a due soluzioni. O la Spagna marcava il pari ovvero prima o dopo avrebbe subito il mortifero "contragolpe". Noi optiamo per la seconda in quanto un Feilhaber appena entrato al posto dello stremato Davies, depositava sui piedi di Donovan un'ottima palla che l'ala sinistra indirizzava in mezzo pur avendo la corsia destra d'attacco ampiamente percorribile per chiudere da solo in rete. La scelta non fortunata si rivelava invece fatale per gli iberici in quanto in seguito ad una deviazione di Piquè, la sfera terminava sui piedi di S. Ramos, comodo per il rinvio, ma il madridista si addormentava ed un lestissimo Dempsey, aggirando il difensore da dietro, beffava Casillas ribadendo in rete da pochi passi. Minuto 74 e la doccia, da fredda diventava gelata. Va detto che sul cross di Donovan, Dempsey era in leggero fuorigioco e anche se la palla veniva intercettata da Piquè, lo stesso centrocampista del Fulham partecipava all'azione. Bisogna stabilire se trattasi di due azioni diverse (gol regolare) o di un'unica continuità d'azione (gol in fuorigioco).
Restavano 15 minuti e la clessidra del tempo stava facendo mancare la...sabbia da sotto i piedi degli spagnoli, tanto da non sembrar vero che gli stessi fossero sul punto di affondare proprio sul più bello, con il loro record e contro avversari che ad inizio contesa non avevano uno, nemmeno un pronostico a loro favore.
La disperazione produceva un tardivo cambio (Mata per Riera ed in precedenza era entrato incomprensibilmente Cazorla al posto del migliore: Fabregas), ma gli avvicendamenti non producevano risultati se non qualche altra mischia risolta sempre brillantemente dai soliti noti. In mezzo a tutto ciò un altro fischio errato del pessimo Larrionda che "coadiuvato" dal guardialinee di destra decretava un altro fuorigioco inesistente fermando Altidore lanciato ed indisturbato verso la porta di Iker Casillas. Ancora un marchiano errore di Larrionda che spediva negli spogliatoi anzitempo un ottimo Bradley, reo secondo l'arbitro di un intervento da "rosso" ma in realtà colpevole solamente per essere intervenuto in ritardo su un contrasto a centrocampo per nulla violento. Il papà Bob ne prendeva atto e mandava in campo il corazziere Casey, roccioso attaccante dei Colorado Rapids, per cristallizzare lo score. Le ultime schermaglie nell'area statunitense e dopo 3 minuti di prolungamento arrivava il triplice fischio che sanciva la spumeggiante vittoria americana e la maggiore sorpresa di questo minitorneo.
E' quindi stata "svaligiata" la banca e dopo tanti tentativi il forziere è stato divelto, ma questa impresa che resterà negli annali resterà un "unicum", oppure questo torneo può davvero diventare USA FOR AFRICA ossia proiettare gli States alla conquista del Continente Nero e a raggiungere il loro primo alloro internazionale (Brasile permettendo) ?


PAGELLE:

USA:

HOWARD: 7. Chiamato in causa spesso, ha risposto dando grande sicurezza al reparto, per il resto hanno provveduto i compagni. Al momento è tra i migliori del ruolo.

SPECTOR: 6. Poco in vista, copre bene e fa il compito assegnatogli. Con Riera non sbanda mai.

ONYEWU: 9. Gigante anagraficamente parlando, gigante nei fatti. Domina l'area come un Condor i cieli. Spazza risoluto ed ha sempre un piede malandrino per le velleità iberiche. La maglietta dello Standard inizia ad andargli stretta.

DE MERIT: 8.5. Al Watford staranno fregandosi le mani. E' più puntuale di un treno ad alta velocità e si appiccica alla gara come una figurina su di un album. Ogni palla che gravita nell'area l'arpiona facendone una questione personale.

BOCANEGRA: 6. Lascia l'amaro in...boca...agli spagnoli.

DEMPSEY: 6.5. il tecnico centrocampista del Fulham si esibisce in numeri che dopo la stagione esemplare appena disputata, coronano degnamente il finale.

MICHAEL BRADLEY: 6.5. Perde la finale ma chiederà i danni a Larrionda, ne siamo certi. Una diga in mezzo al campo e scende spesso in trincea quando la Spagna fa la Spagna.

CLARK: 6. Lotta e cuce, ricuce e rilotta. Non spegne mai la luce ma le luci dei riflettori non sono per lui.

DONOVAN: 6.5. Assist, accelerazioni e furbizia. Causerebbe un rigore ma lo fa con perizia ed intelligenza. Lo ferma un fuorigioco nel primo tempo quando poteva già sentenziare la gara.

ALTIDORE: 6,5. Big Jim sfonda la rete. Sostanza e muscoli nonostante una stagione che a livello personale non ha dato molto (lo Xerex è stato però promosso in Primera). Il Villarreal aspetta alla finestra la sua esplosione.

DAVIES: 6. Dall' Hammarby ed il torneo svedese alla nazionale spagnola. Il passo è grande ma lui non sfigura e con una rovesciata per poco non stoppa il frastuono delle trombettine.


I SOSTITUTI:

Feilhaber entra per Davies e colleziona due assist: uno per Donovan va a buon fine (gol di Dempsey), l'altro per Altidore viene frustrato dal guardialinee visionario.
Casey va a fare numero e mucchio nel concitato finale.



SPAGNA:

CASILLAS: 5.5. Colpe sul primo gol, per il resto poco impegnao. Stagione altalenante, come quella di Buffon...!

SERGIO RAMOS: 5. Lui da buon andaluso ogni tanto schiaccia qualche bel pisolino. Stavolta la siesta è arrivata nel bel mezzo di una semifinale di un torneo ufficiale. Una frittata tipica della casa. E' fatto così e noi lo capiamo.

PIQUE': 5.5. Gara con pochi acuti, si "sente" poco nel gioco difensivo.

PUYOL: 6. Fa il suo senza grandi colpe specifiche.

CAPDEVILA: 4,5. Non pervenuto. Rimasto negli spogliatoi scende in campo per regalare il primo gol agli Usa e poi se ne ritorna in naftalina.

XAVI: 6. Un pò frenetico nel gioco, cosa particolarmente atipica per lui. Quando non incanta sembra che giochi male ma non può sempre fare il fenomeno.

XABI ALONSO: 6. Frangiflutti che non scocca mai i suoi famosi dardi nè i suoi lanci al millimetro. Gran giocatore eclissato non per colpa sua e mortificato dal risultato.

FABREGAS: 7.5. Solo nel deserto. Distilla magie e assist, con scavetto annesso, in quantità. Alta scuola messa al servizio di un attacco spuntato (questa sera). Classe sublime, cuce gioco finchè Del Bosque decide di togliere il migliore in campo.

RIERA: 5. Cavallone di sfondamento ci mette un pò a capire che non è serata. Se si ingolfa sono guai perché il motore non gira più. A Liverpool è già successo parecchie volte. Tiro orribile su assist pregevole di Fabregas.

TORRES: 5.5. Sbaglia un tape-in facile facile per il bambino; piccolino al quale stasera gli americani hanno rotto il giocattolo. Pochi spunti degni di nota.

VILLA: 5. Si dimena come un leone ingabbiato da maglie troppo strette. Ruggisce senza mai affondare gli artigli perchè di fronte ha degli elefanti.


I SUBENTRATI:

Cazorla è un cambio inutile ed incomprensibile anche perché esce Fabregas.
Mata: oramai la frittata è fatta e lui non la ricompone.



2 commenti:

The Chosen One ha detto...

La sconfitta della Spagna è arrivata come un fulmine a ciel sereno.
Purtroppo per impegni personali non ho potuto vedere la partita, ma sono stato prontamente informato telefonicamente della debacle spagnola al termine dell'incontro.
Devo dire che la notizia mi ha colto di sorpresa perchè se è vero che, tra l'ilarità dei presenti avevo affermato che gli Usa fossero a mio avviso un'ottima squadra con delle individualità di alto livello (Howard, Onyewu, DeMerit, Bradley, Donovan, Altidore) durante la partita persa con l'Italia, mai mi sarei aspettato che l'invicibile Spagna di Del Bosque perdesse una semifinale che pareva tanto una formalità in vista della finale contro il Brasile.
Avrei pagato pur di vedere Brasile-Spagna in finale, ma giudicare dal 3-2 di questa sera sono soddisfatto anche di questa finale.
Resta però il rammarico del record sfiorato dalla Spagna che sarebbe entrata nella storia. Peccato!!!

Ciao

Vojvoda ha detto...

Allora siamo in due a sfidare l'ilarità altrui, eh eh eh!
;-) Ciao, e peccato che gli USA non abbiano conquistato la coppa.