martedì 23 giugno 2009




ALLA STRETTA... FINALE...!


L'Europeo di Svezia ha promosso alla finalissima le mie due favorite.
Proviamo ad indovinare chi può alzare il trofeo.



La gioia di andrea Beck dopo il fischio finale di Proenca!




La corsa "inglese" dopo l'errore dello svedese Molins.
Il palo ha decretato l'Inghilterra in finale.





INGHILTERRA: la squadra di Pearce è arrivata a questo europeo con i galloni della favorita numero uno insieme alla Germania. Per la qualità della rosa portata in Svezia appariva la migliore e il raggiungimento della finale l'ha confermato. Emersa magistralmente dal gruppo 3 di qualificazione, relegando la seconda, il Portogallo, ad 8 punti di distacco (Portogallo che ha fallito anche il ripescaggio per i Play-off) in virtù di un cammino senza macchia riassunto in 7 vittorie ed un pareggio, ha disputato contro il Galles la gara decisiva per entrare nella fase finale ad 8 e pur con qualche patema di troppo è riuscita a sbarazzarsi dei vicini di casa. Il sorteggio l'ha poi recapitata nel gruppo cosiddetto della "morte", quello B, comprendente anche Germania e Spagna, oltre al materasso Finlandia, clamorosamente riuscita nell'impresa di entrare tra le finaliste anche grazie ad un gruppo 6 piuttosto agevole ( Danimarca, Scozia, Slovenia e Lituania le avversarie) ed al Play-off che l'ha vista contro l'Austria: lo spareggio meno quotato tra i 7 giocati.
Da questo gruppo B l'Inghilterra di Pearce ne è uscita piuttosto agevolmente, digrignando i denti di fronte alle due vere insidie dopo l'inizio stentato contro i finnici anche a causa della precoce espulsione (con annesso rigore) di Mancienne. La seconda gara con la Spagna ha mostrato tutta la differenza di classe tra le due squadre e tra le due rispettive rose. Se è vero che gli spagnoli si sono presentati a questi europei con le velleità ridotte a causa di tre assenze prestigiose (Piqué, Mata e Busquets tutti e tre "prestati" a Del Bosque), Pearce ha lasciato a casa, per svariati motivi, un battaglione intero di giocatori che in altre nazionali sarebbero comodamente entrati tra i 23. Una lista incompleta: Alnwick, Steven Taylor, Wheater, Dann, Shawcross, Naughton, Huddlestone, Kightly, O' Hara, Lennon, Soares, Leadbitter, Michael Johnson, Mark Davies, Derbyshire, Jerome, Moore, Vaughan, Welbeck, Ebanks-Blake, Miller. Insomma un'altro roster di giocatori importanti, molti di loro affermati, con alle spalle un'annata da protagonisti, alcuni già presi in considerazione da Capello ed in ogni caso diversi tra loro sarebbero titolari se giocassero in altre nazionali di prestigio di questa fase finale svedese. L'ultima gara contro la Germania, con gli inglesi già matematicamente passati alle semifinali, era utile a conoscere se Walcott e soci sarebbero stati primi del gruppo, ovvero da secondi. I teutonici invece, benché in posizione decisamente favorevole rispetto alla Spagna, dovevano completare l'opera con un rassicurante pareggio e magari tentare l'impresa di giungere primi superando i bianchi di Pearce, schierati in formazione largamente rimescolata e con 9 titolari lasciati precauzionalemente a riposare. Ebbene, proprio la formazione che definiremmo "b" ha lasciato la netta sensazione che quest'Inghilterra non solo possa ampiamente e compiutamente contare sulle seconde linee, ma che proprio la definizione pocanzi citata (squadra b), si addica poco alla squadra di "Psycho" visto la qualità messa in campo da giocatori come Gardner, Rodwell, Tomkins e Driver. E se i primi tre sono elementi militanti nella Premier e già abbondantemente conosciuti, il quarto di stanza in Scozia, in quel di Edinburgo con gli Hearts, ha mostrato di avere mezzi tecnici notevoli ed un uno contro uno elettrizzante.
La semifinale con i padroni di casa svedesi, ha determinato una situazione paradossale: dal 3-0 iperrassicurante alla fine dei primi 45 di gioco, all'incredibile rimonta gialloblu grazie ai fuoriclasse Toivonen e Berg, entrambi autori di uno splendido europeo. I supplementari, d'obbligo, sono stati una costante sofferenza aggravata dalla doppia ammonizione di Fraizer Campbell che oltre a lasciare la squadra in 10 per i secondi e finali 15 minuti, priverà l'attaccante della finale, e la formazione di Pearce di una vera punta di ruolo visto che nel frattempo anche Agbonlahor si era reso protagonista di un giallo, mortifero per le sue, ed altrui ambizioni. La finale è passata dunque per i penalties, tanto indigesti al movimento inglese e che di molti dispiaceri hanno riempito i cuori d'oltremanica. Ma seguendo l'esempio recente dell'Arsenal contro la Roma (ottavi di Champions 2008-09), anche i ragazzi di Pearce hanno tramutato a loro favore la lotteria, e l'errore dello svedese Molins li ha catapultati all'atto finale di lunedì sera. Una sofferenza evitabile in considerazione dell'elevato potenziale della squadra e del vantaggio accumulato nella prima parte di gara, ma è la dimostrazione che la forma fisica di alcuni elementi, in primis Walcott, è al limite, e l'acido lattico di una stagione inglese infinita e iperattiva ha già fatto accendere la spia arancione in molti giocatori a disposizione di Psycho. Allenatore che, per la gara decisiva dovrà fare a meno di 3 pedine importanti come i due attaccanti citati sopra e il portiere Hart, ingenuamente e fiscalmente ammonito durante la sagra dei rigori per un leggero tentativo distrattivo nei confronti di un rivale svedese che si accingeva a calciare il rigore.
Ma la corsa verso il terzo successo nella manifestazione non può essere ostacolata nemmeno da questi imprevisti, visto che per molti è la succosa occasione per fregiarsi di un titolo continentale (cosa assai rara nel panorama delle nazionali inglesi giovanili e non) e per 13 di loro (i classe '86 e '87) di chiudere in bellezza un ciclo iniziato il 07-09-2007 con il largo successo in Montenegro.


GERMANIA: l' under 19 lo scorso anno si è laureata campione d'Europa sconfiggendo in finale l'Italia, l'under 17 lo ha fatto quest'anno in finale contro l'Olanda e poiché il detto non c'è due senza tre potrebbe valere anche in terra teutonica, possiamo supporre cosa raprresenterebbe un tris di queste proporzioni per l'intero panorama tedesco che a livello di nazionale maggiore in questi ultimi tempi è apparso piuttosto agonico nonostante la finale degli europei 2008 (persa contro la Spagna ma raggiunta in maniera piuttosto fortunosa).
Questa rappresentativa under 21 sembra essere baciata dalla buona sorte e disponendo di indubbi talenti, il mix si è rivelato efficacissimo sino ad ora. Uscita per il rotto della cuffia da un gruppo decisamente abbordabile, il 9, il cui unico avversario di riguardo era Israele, ha poi disputato i Play-Off contro la forte Francia di Mombaerts e può ringraziare un gol del centrale difenzìsivo Howedes giunto al culmine di una gara restata per lunghi tratti in mano francese. Una rete mortifera arrivata al 90° quando oramai non c'era più scampo per i transalpini e senza la quale la fase finale sarebbe saltata (all'andata finì 1-1 in quel di Magdeburgo).
Proiettati in Svezia, gli uomini di Hrubesch (che nel frattempo aveva preso le redini della squadra al posto di Dieter Eilts), privi per svariati motivi di giocatori del calibro di Kroos, Tasci, K.P. Boateng, Rosenthal, Hunt e Polanski, sono stati sorteggiati nel gruppo comprendente anche Spagna e l'insidiosissima Inghilterra. Dopo la prima gara molto tattica contro gli iberici, dalla quale era uscito uno scialbo nulla di fatto, benchè le occasioni migliori le avesse avute la Germania, la seconda partita proponeva una formalità, avendo di fronte una povera Finlandia, alla quale va comunque concesso l'onore delle armi, ma la cui presenza tra le otto è stata più che altro frutto di un disegno della sorte che le ha messo davanti avversari non all'altezza, nè nel girone nè ai Play-Off. Sbrigata non senza qualche patema d'animo la pratica finica, rimaneva un ultimo tassello da completare per garantirsi la presenza nelle semifinali; strappare un punto agli inglesi già qualificati, oppure giocare col pallottoliere nel caso di sconfitta e contemporanea vittoria spagnola contro gli scandinavi. La vittoria peraltro avrebbe significato primo posto, ma alla fine l'1-1 finale contro un Inghilterra fortemente rimaneggiata, ma che ha tenuto meglio il campo rispetto ai tedeschi in formazione tipo, ha accontentato tutti nel realizzare i rispettivi obiettivi. Senza brillare dunque, ma era certificato l'approdo al carrè finale e la sfida storica (a livello di selezioni maggiori) contro l'Italia era l'ultimo varco verso la finalissima. Una gara decisa da una solitaria incursione di Beck, ma disputata in apnea per almeno 45 minuti; il primo tempo nel quale la squadra di Hrubesch non ci ha capito nulla, venendo clamorosamente sopraffatta su tutte le palle alte; ogni calcio dalla bandierina del corner, ovvero una punizione dalla trequarti, diventavano patemi e sofferenze impressionanti per tutta la retroguardia capeggiata, per fortuna, da un Neuer superlativo. Passata la burrasca del primo tempo, nel quale l'Italia aveva conseguito almeno 6 occasioni nitidissime, la splendida saetta del terzino destro dell'Hoffenheim ghiacciava le vene ai polsi dei ragazzi italiani che perdevano di mordente e la partita si riequilibrava nonostante qualche altra schermaglia in area tedesca. Era addirittura la Germania che in un paio di contropiede sfiorava la rete (Ozil, a lato di poco dopo un'azione personale, e Dejagah, sfuggito in seguito ad un lancio di Ben Hatira ma persosi nonostante ci fosse un solo difensore a contrastarlo). Decisamente rivedibile la marcatura a zona sui tiri d'angolo e la disarmante angoscia sulle palle alte hanno causato un'abbondante mezza dozzina d'occasioni per gli avversari. Da ripassare tutti i movimenti offensivi per una compagine dal grosso potenziale, ma che sino ad ora pare essere quasi totalmente inespresso. Troppo attendista e passiva, sviluppa un gioco prevedibile e lento ogni qual volta è chiamata ad avanzare, e ancora non ha visto le sue migliori stelle brillare: parliamo di Ozil (europeo opaco) e Marin ( europeo negativo). L'assenza di un centravanti di ruolo (Wagner è una seconda scelta e nulla più) fa precipitare le cose rischiando di vanificare le poche azioni che la manovra predisposta da Hrubesch attua. Una coppia di difensori centrali abile e di livello non ha però limitato le immani sofferenze sulle palle alte da gioco fermo, ma questa è una problematica da risanare a livello tattico più che un difetto strutturale (Howedes e Boateng sono piuttosto alti e massicci), il recupero di Boenisch sulla sinistra è garanzia di corsa, duttilità oltre alle innate qualità di spinta. Khedira non si sa se verrà recuperato per la finale (assente contro l'Italia, il suo posto è stato preso da Castro, accentratosi per l'occasione) mentre si sa per certo che Ashkan Dejagah non ci sarà per una cervellotica decisione dell'arbitro portoghese Proenca che ha sventolato un cartellino giallo sotto il naso dell "iraniano" mentre era più logica l'assegnazione del calcio di rigore (pestone di Motta scambiato per simulazione dell'attaccante del Wolfsburg). Solo le qualità individuali hanno permesso di giungere a questo punto: il gioco di squadra non si è visto e contro i bianchi d'Albione potrebbero non essere sufficienti le doti di molti elementi proprio perchè anche gli inglesi abbondano di materia prima di qualità. Si attende ora l'ultimo atto nel quale il rivale è il peggiore che ci potesse essere, squadra massima favorita per la vittoria e che nel girone ha imposto un pari nonostante le numerose defezioni. Un duello nordico tra le due formazioni che si sono presentate ai nastri di partenza con i roster migliori e più attrezzati per portarsi a casa un trofeo che, per ciò che concerne i tedeschi, manca da sempre, e l'ultima finale fu persa proprio contro gli inglesi nel 1982 quando la squadra era ancora Germania Ovest.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La Germania infatti è arrivata in Finale adesso praticamente senza mai impressionare, anzi.

Se escludiamo appunto lo zero a zero contro la Spagna, per il resto sia con la Finlandia (due a zero ad inizio ripresa dopo un Primo Tempo orrendo) che nel primo match con l'Inghilterra (di una noia mortale)...abbiamo fatto davvero poco per legittimare una nostra presenza all'atto conclusivo di questo Europeo. Specie dopo la fortunosa vittoria di ieri sera.

Come hai scritto pure tu, stanno influendo negativamente le cattive prestazioni di Ozil (recidivo, vedi Finale di Coppa Uefa contro lo Shakhtar Donetsk) e soprattutto di Marko Marin. Insomma, se Mesut fin qui si è salvato dispensando qualche assist...per il folletto ex-Gladbach che dal prossimo anno sarà suo compagno di squadra...non ci sono giustificazioni.

Infine hai perfettamente ragione sul fatto che Hrubesch non abbia a disposizione un vero e proprio centravanti, con Dejagah che ormai è più abituato a giocare a centrocampo.

Un saluto e ti faccio i complimenti per come stai portando avanti il tuo blog con articoli sempre molto interessanti e che leggo sempre, anche quando magari non intervengo (sono un pò disinformato per quanto riguarda il calcio non-tedesco) ;-)

Vojvoda ha detto...

Ciao kurbju!

Adesso la Germnaia si troverà di fronte un ostacolo insidiosissimo che benché privo del portiere Hart e delle due punte Agbonlahor e Campbell, partirà con i favori del pronostico.

Germania senza Dejagah e forse Khedira, che dovrà migliorare la qualità del gioco e ritrovare il miglior Marin che sin qui non si è visto.

Grazie per i complimenti: sempre benvenuti!

Ciao;-)