lunedì 19 gennaio 2009

SHEIH...KAKA' 
IL MANSOUR...CITY,
IL MAGO DI ARCORE  
E LA STORIA FA
(O FARA')...KAKA'!!!




Una vicenda costellata da ipocrisie, invidie, falsità, discredito, retroscena e sconvolgimenti con tanto di colpi di scena alla quale proverò a fornire una lettura personale.





Il Diavolo fa le pentole,ma qualche volta si dimentica di fare anche i coperchi,come recita il vecchio adagio.
Il questo caso il Diavolo vero,non l'emblema della società di appartenenza di Kakà,si è dimenticato di fornire un adeguato tappo alla pioggia di sterline che pioveva sulla pentola di Via Turati e che impedisse che colate di lava incandescente(rappresentata dalla massa inferocita del popolo milanista e dei media italiani) fuoriuscissero dalla pignatta infuocata dei rossoneri.
Alla fine ha prevalso la furia dei tifosi,la primaria questione politica e la resistenza(spontanea?) del calciatore in attesa del "botto" estivo proveniente dalla "Casa Blanca". 
In questi giorni tuttavia,da quando la vicenda è esplosa, mi è capitato di leggere e soprattutto ascoltare una carrellata spropositata di scemenze ed una serie di attacchi all'arma bianca,per lo più disperati e colmi di frustrazione ed impotenza verso il glorioso club inglese del Manchester City,fondato nel 1880 tanto per onor di informazione,reo di essere presieduto da un potentato arabo,emanazione del demonio, è con esso compartecipe dell'affronto del secolo al castello di Don Rodrigo,il quale,detto onestamente, avrebbe volentieri accettato di rinunciare alla sua Lucia in cambio di cotanta pioggia d'oro.
Tifoseria,stampa,dirigenti,televisioni tematiche e tutto l'onore del calcio italiano erano in ballo tremolanti e sbigottiti all'idea che una squadra che occupava (sino a settimana scorsa) il 15esimo posto nel rispettivo campionato, potesse insidiare la stella delle stelle (una delle poche rimaste) del torneo dello "stivale" e attendevano che dal castello uscisse una sola e laconica frase:
"Or bene,questo matrimonio non s'ha da fare,né domani,né mai...!"
Invece...,invece pareva proprio che si sarebbe celebrato,con o senza il consenso della sposa,perchè il demonio impersonificato dal General Manager mancuniano Garry Cook, era giunto ieri sera (in compagnia di tre avvocati rappresentanti la società e due altri alti dirigenti) nella capitale lombarda con un bel pugno di dollari,pronti all'uso e scintillanti;danaro sia per Don Rodrigo ed i suoi bravi, che per il bravo Kakà.
Inviperiti giustamente(nei loro panni nulla da eccepire),i ferventi seguaci milanisti invocavano al tradimento della società,riscattando dai peccati Riccardino che amor eterno aveva giurato alla causa milanista,incastrato tra la bava alla bocca del "bravo" Zio Fester,dalla rassegnazione economicamente inappuntabile del Don Silvio e dalle succulente bramosie monetarie del padre-padrone del ragazzino,l'Ingegnere Civile Sig. Bosco Leite, grande manovratore del nostro eroe.
I tifosi,che vogliono il bene proprio e della squadra per cui tifano,ragionano col cuore,ma il cuore si sà,spesso ha un limite invalicabile:la ragione.
Soprattutto quando la ragione ha la forma di una moltitudine di bei bigliettoni verdi che tanto fanno la felicità in questo mondo.
Ma quando la notte si avvicina e rischia di portare consiglio...al Presidente,ecco che lo stesso ricorda che è la ragione(quella politica)a dover prevalere e siccome in giro per l'Italia ci sono circa 7-8 milioni di votanti dal cuore colorato di rosso e nero,fa cadere questa manfrina portata così agli estremi ad arte e proprio quando tutti gli spacci di stampa indicano che la firma è imminente e facendo una retromarcia inattesa per gli emissari inglesi,il Cavaliere afferma a gran voce che il verdeoro rimarrà col Diavolo(...quello rossonero,beninteso).
Kakà,con il rosario in una mano ed il calendario delle elezioni presidenziali del Madrid nell'altra,ha da poco esternato il proprio "NO" agli emiri,divenendo il "Giggirivva" del nuovo millennio con buona pace della poltrona del nostro Silvio.  
Mi preme però sottolineare diversi aspetti della storia che mi lasciano alquanto basito.
Premesso che la cifra(secondo fonti ufficiali del club inglese) decisamente esorbitante,91 mln di sterline(100 mln di euro)non autorizza a nessun investimento su di un calciatore(sia pure il Messi...a...!), mi viene da chiedere cosa possa aver spinto, nei giorni precedenti il "grande NIET", così tanta gente dell'italico pensiero a proferire sciocchezze in serie industriale.
Mi spiego:se la famiglia dello Sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyan della dinastia reale di Abu Dhabi,tramite la delegazione spedita a Milano,porta con se un aereo pieno di valuta fresca e si presenta a Galliani e soci offrendo questa immensa fortuna ed in cambio come contropartita chiede il brillante più prezioso della collezione,non comprendo bene che illecito stia mai compiendo,visto che in tutto il pianeta vige la legge della domanda-offerta.
Non punta la pistola sulle tempie lucide di Gallianik,non minaccia ritorsioni sottoforma di bombardamenti su San Siro,né di far dirottare uno dei tanti velivoli della loro immensa flotta sui campi di Milanello durante una sessione di allenamento della truppa di Ancelotti.
Questa famiglia araba ha i soldi e va a fare la spesa nei più lussuosi club(calcistici) del mondo,o almeno tenta di farla,scontrandosi con le difficoltà di tutte queste complesse operazioni.
D'altra parte, quando Van Basten fu strappato all'Ajax, Savicevic alla Stella Rossa o Shevchenko alla Dinamo Kiev (tre top team nei loro rispettivi tornei),
nonostante la spesa era di ben altre dimensioni,non credo che non si scavasse una lacerazione profonda nelle ambizioni di quelle squadre e dei loro rispettivi tifosi.
Il Presidente Berlusconi,quando prese le redini del Milan e lo fece diventare quello che oggi è,staccò diversi assegni in giro per l'Europa ed il mondo intero.
La famiglia degli Emirati proprietaria del Manchester City ha più volte ribadito che vuole fare della seconda squadra di Manchester la compagine più forte e vincente del mondo nel giro di 3-4 stagioni e le ambizioni sportive andranno forzatamente assecondate dagli esborsi economici che gli arabi hanno già messo in atto dall'agosto scorso(Robinho,Jo,Zabaleta,Wright-Phillips,Kompany e l'accoppiata Bridge-Bellamy in questa sessione invernale).
Qui in Italia invece,vedendo scappare da sotto il naso la stella più luccicante di un torneo sempre più povero,si lanciano strali all'indirizzo dei Citizens,facendola passare per una squadra senza storia e pedigree,senza nomi e screditandola quasi fosse un Wycombe Wanderers od uno Salisbury City qualunque(tutto il mio rispetto,naturalmente).
Comparare la bacheca nazionale e soprattutto internazionale delle due squadre (Milan e City ovviamente) fa letteralmente rabbrividire,ma il provincialismo italiano dovrebbe riflettere e far buon uso della memoria per ricordare le frequenti e copiose razzie compiute da compagini di secondo livello del panorama nazionale nei mercati internazionali a cavallo del periodo d'oro,tra la metà degli anni '80 e la metà dei seguenti anni '90.
Facendo qualche esemplificazione relativa ai primi anni '80,quando iniziò il vero boom degli stranieri a 5 stelle,si ricorda che Maradona giungeva da una blasonata d'Europa come il Barcellona,per sposare il progetto di un Napoli che era alle soglie della serie B.
Arrivarono Junior al Torino,Socrates alla Fiorentina,Elkjaer e Briegel al Verona,Laudrup alla Lazio,addirittura Zico all'Udinese e se Falcao prima e Cerezo poi giungevano in una squadra che si batteva costantemente per il titolo come la Roma e Rummenigge lasciava il Bayern per una corazzata come l'Inter,Platini arrivò più in sordina senza suscitare il clamore degli altri,persino all'ombra di Boniek(un grande comunque).
Zidane nel 2001 lasciò la Juventus per una cifra esorbitante,nonostante il suo talento incomparabile,ma si fa notare che approdò alla "grandissima" per eccellenza,mentre la pecca incaccellabile del Manchester City è il fatto di essere(ed esser stata) un'entità modesta?!?.
La squadra attualmente degli sceicchi,ma di fatto è appartenente a tutto il caloroso popolo "Citizens",dotata di un seguito massiccio ed uno stadio accogliente e sempre zeppo,sostenuta da un pubblico a fianco anche nei momenti più bui della società come quando nel 1996 finì mestamente nel terzo livello del calcio inglese,la division one; amore che va aldilà dei risultati e della categoria nella quale la propria squadra è impegnata,come nei più classici canoni britannici(altre latitudini...!) e sostenuta anche dal famoso gruppo musicale degli "Oasis",che tempo fa ne voleva ereditare lo scettro del comando,
comprandosi la squadra e le sorti della stessa quando non navigava certo in 
queste tranquille acque del..."golfo".
Il Manchester City,aldilà delle fandonie che si odono in fantomatiche emissioni televisive o in giornali faziosi e disinformati(volutamente in questo caso specifico), è una squadra che anche e solamente con l'attuale rosa di calciatori nel proprio organico, sarebbe da considerare di livello medio-alto e se la storia parla chiaramente a favore del Milan, nei " roster " dell'attuale stagione non si notano differenze di valore nelle due compagini se provassimo a raffrontarle con oggettività.
La posizione di classifica del City è dettata in primis dal maggiore valore del proprio torneo,in secondo luogo da una conduzione tecnica piuttosto discutibile(vero Mr Hughes???),in terza istanza dall'afflusso continuo 
di nuovi (e validi) elementi che non hanno trovato ancora il collante giusto per favorirne l'amalgama.
Scorrendo la lista del Manchester City, oltre al rinomatissimo super-campione Robinho, pagato quest'estate una fortuna(42 mln di euro) al Real Madrid,elemento base dell'attacco della nazionale brasiliana (insieme e forse più di Kakà), vi sono i nomi di altri due nazionali brasiliani solitamente titolari nelle ultime uscite della selezione di Dunga:Elano e Jo,entrambi venuti dal freddo dell'est (il primo un anno fa,il secondo quest'estate).
La colonia sudamericana quest'anno si è rimpolpata con il terzino destro Zabaleta,nel giro dell'Albiceleste.
A centrocampo gli innesti estivi più importanti sono stati quelli del ricercatissimo belga Kompany,prelevato dagli anseatici ell'Amburgo e soprattutto dal cavallo di ritorno,quello Shaun Wright-Phillips,sottostimato al Chelsea,ma ottimo e velocissimo incursore dai piedi vellutati con diverse apparizioni in nazionale e molto apprezzato da Capello.
Se il gemello di Inler nella nazionale svizzera,Gelson Fernandes, deve ancora mostrare tutto il suo potenziale,la coppia bulgara attualemente in infermeria è una certezza;si parla di Bojinov(ben conosciuto ed apprezzato nel Bel Paese) e Martin Petrov,un'ala che fa girare la testa a quasi tutte le difese che affronta.
Da poco sbarcato al City of Manchester Stadium,il costosissimo (17,4 mln di euro,un'inezia nei confronti di quanto si sarebbe investito per Kakà) terzino sinistro della nazionale di Capello ed ex Blues,Wayne Bridge, è un altro tassello di lusso.
Micah Richards,giovane difensore centrale,dai più ritenuto uno dei futuri pilastri dei Leoni d'Inghilterra, il trottolino irlandese Ireland, la giovale e talentuosa punta Sturridge, il portierino Hart, oltre ai veterani e ben conosciuti Vassell e Benjani Mwaruwari, completano una lista di sedici elementi di ottimo o buon livello(tralasciando Caicedo,il vecchietto Hamann,l'israeliano Ben Haim ed il giovane Evans per esempio).
Giusto poche ore fa si è poi concluso l'acquisto della guizzante punta gallese
Craig Bellamy,arrivata dal West Ham per una cifra vicina ai 16 mln di euro.
Ebbene: vi pare una formazione scarsa, debole, povera di talento come è stata dipinta dalla massa giornalistico-televisiva d'Italia?
Kakà,qualora fosse arrivato,sarebbe andato ad inserirsi in un undici che ha già cominciato a gettare le basi per divenire una grande della Premier,dell'Europa e che completerà l'opera di rafforzamento nella sessione estiva 2009.
Tutte le invettive gettate sulla città di Manchester, definita pessima (non sò però cosa pensano i giocatori dello United) o sulla presunta mancanza d'affetto della gente (non è certo una peculiarità del pubblico britannico quella di far mancare l'affetto ai propri beniamini, sia che si vinca sia che si perda), tutto il fango scagliato sulla Premier o sui presunti bilanci in " rosso " delle sue partecipanti (strano però che gli investitori esteri aumentino di volta in volta), dimenticando l'ascesa-discesa che fecero squadre medie (proprio come viene definito il City) capitanate da grandi magnati dell'industria alimentare italiana,come il Parma dei Tanzi e la Lazio di Cragnotti, che dopo aver depauperato le altre squadre dei loro talenti, arricchendo le proprie, sono stati pizzicati con le mani nel sacco, costretti al fallimento e al pubblico ludibrio.
Ascoltare l'intervento di un rinomato agente Fifa che spara sentenze su Robinho (definito un giocatore di seconda fascia.....!!!!...Forse si riferiva al comportamento...),ammonendo tutti dicendo che il City non attrarrà i fenomeni del calcio internazionale perchè le cosiddette "grandi europee" sono sempre le stesse ed in Europa non si inventa nulla(bell'esempio di analisi calcistica, conoscenza della materia, gratitudine e lungimiranza per uno che col calcio internazionale ci fa affari e ci mangia), è roba da lasciare davvero di stucco.
Diciamo che il discredito che tutta questa faccenda, se fosse andata in porto, 
avrebbe gettato sul movimento calcistico della penisola, sarebbe stato un peso 
decisamente e difficilmente sostenibile e lo smacco troppo grosso
da poter assorbire.
"Kakà su una Minardi" ,come ha sentenziato un "innominabile", che da quando è alla guida di una famosa squadra di Championship, non ha fatto altro che aumentare i prezzi dei biglietti,senza incrementarne il livello tecnico, è una "boutade" tipica della settimana di passione trascorsa nell'asse Manchester-Milano(e per estensione Italia),Madrid, ma in ogni caso il Manchester City, che non ha certo la rosa dei cugini cittadini,ma nemmeno quella dello Stoke City, da qualche parte dovrà pur iniziare per far arrivare altri grandi giocatori nel proprio giardino.
Per ora ha attirato solo dardi infuocati di odio dettato da invidia e frustrazione, e l'asse Milano-Madrid ha prevalso su tutto il resto. 
La... storia farà...Kakà...(come scrivo nel titolo),nel senso che ci dirà quale sarà il futuro dell'asso brasiliano e ci racconterà se ha perso il treno giusto al momento giusto,oppure rimanere in rossonero a vita(anche dopo l'estate) sarà  la scelta azzeccata ovvero sposerà il progetto estivo proveniente da Madrid, ma ricordiamoci che la Premier (per chi la ama come me), non ha bisogno di presunte stelle viziate e indotte a venirci forzatamente,vedi Robson de Souza, detto Robinho, pronte ad atteggiamenti fanciulleschi pur facendo la vita dei nababbi,ma piuttusto di gente che ha voglia di assaporare quel clima speciale,quell'amore per i colori per cui si gioca,quell'incantesimo negli stadi,quello spettacolo sublime del "British Football",gente che ha voglia di cimentarsi con un campionato così impegnativo,appassionante e prestigioso con il piglio umile, ma deciso ad investirsi di tale onore nel pieno della propria consapevolezza.
Chi ama il calcio inglese amava quel Wimbledon scalcinato del sanguinario Vinnie Jones e della sua "...banda di pazzi..." e non ha necessità di avere grandi figure, quali Robinho ad esempio, per le quali indossare la maglia dello storico Manchester City sembra essere più un fastidio largamente remunerato, che un desiderio-opportunità di assaggiare il tipico ed inconfondibile profumo del calcio inglese...di qualsiasi categoria...!  


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Avevo già dato un'occhiata al tuo articolo ieri sera, poi vista l'ora tarda ho preferito rimandare una lettura completa e più calma ad oggi.

Da osservatore esterno, e cioè da colui che non segue più il calcio italiano ormai da un pezzo, non ti nascondo che ho guardato la vicenda con tanta indifferenza e facendomi anche delle grasse risate. Ad esempio, ho ri-visto a "Blob" la pantomima di Berlusconi che telefona a Biscardi e da l'annuncio che Kakà resta al Milan...tra le urla insopportabili dell'INSOPPORTABILE Tiziano Crudeli. Una scena da far rivoltare lo stomaco.

Per il resto siamo sempre alle solite. In Italia c'è ancora la presunzione di avere il campionato più bello del Mondo quando in realtà è ormai da anni stato AMPIAMENTE superato da Premier League e Liga.

p.s. mi sa che Zico all'epoca scelse l'Udinese proprio per l'opportunità di potersi allenare sulle "celebri" spiagge della città friulana.... :-D

...e ogni riferimento alla presunta "bruttezza" Manchester NON è puramente casuale...A meno che non ci siano ancora persone che credono ai calciatori che scelgono una squadra piuttosto che un'altra a seconda della città...

The Chosen One ha detto...

Io credo che il fatto che Kakà alla fine sia rimasto sia un bene per tutto il calcio italiano anche perchè è senza dubbio il miglior giocatore della serie A.
Poi sul City non ho una buona opinione perchè la squadra è si discreta, ma solo negli effettivi, le riserve non mi sembrano all'altezza e soprattutto l'allenatore è inadatto per una squadra che vuole ambire a conquistare il mondo.
Io penso che gli sceicchi invece di pensare di prendere Kakà, Buffon, Messi, Ronaldo, o chi per essi, debbano prima mettere sotto contratto un grande allenatore perchè se Top Team dev'essere è giusto che sia allenato da un Top Manager.
Poi una volta preso un grande manager possono iniziare a pensare a come costruire la squadra in base ai dictat del tecnico, anche perchè non mi sembrano tanto competenti in materia, ne abili nel trattare.

Ciao.

Vojvoda ha detto...

x Kurbju:
le pantomime sono lo specchio della società italiana.
La dirigenza del City,tramite il mangager Cook ha aspramente criticato la mancanza di professionalità della società rossonera che all'atto di chiudere la trattativa si è tirata indietro per paure calcistiche e soprattutto extra,nonostante il giocatore fosse comunque interessato al progetto.
I calciatori guardano:
1.SOLDI,2.FAMA,3.VITTORIE...
Della città interessa poco o nulla,visto che spesso la vivono distrattamente e saltuariamente.

x The Chosen One:
il City è una squadra più che discreta,direi buona,con lacune evidenti nella cerniera centrale(non ho citato appositamente Dunne nell'articolo,di cui Hughes è un fedele ed inconcepibile sponsor)e un portiere ancora in divenire,ma la rosa,già buona sta crescendo sempre più visto anche il neo arrivo di De Jong.
La questione del tecnico l'ho evidenziata e un grande nome in panchina aiuterebbe anche a far decollare definitivamente il progetto attirando più facilmente giocatori a cinque stelle.
Sulla competenza non mi pronuncio visto che non conosco l'entourage della cordata araba.
Cook è comunque inglese e gli operatori di mercato anche.
E' pur vero però che con la fama(i soldi) che hanno,sono segnati...!
Dove vanno gli sparano cifre altissime ed avrai notato la spesa per gli ultimi tre acquisti(Bridge-Bellamy-De Jong = 53,5 mln di euro...).
Si rischia così di inflazionare una volta di più il mercato inglese che sembrava aver calmierato gli affari dopo l'attenuazione dell'effetto Abramovich...
Saluti a tutti e due...;-)

Anonimo ha detto...

ciao!

bello il blog...ti andrebbe di collaborare (ovviamente tempo e modalità da concordare) per calciointernazionale.it? Stiamo creando una vera e propria redazione virtuale e cerchiamo veri appassionati...come te!!!

Ti lascio il contatto msn, così se vuoi ti spiego meglio il progetto:
naples982@hotmail.com

A presto!
Alfonso