mercoledì 21 aprile 2010



BUS...COTTI??




Breve analisi del pre gara tra Bayern e Lione.


La seconda semifinale di Champions League vedrà di fronte all'Allianz Arena due squadre che si sono già affrontate più volte in questa manifestazione e il cui penultimo atto è stato giusto un anno orsono nella fase a gironi. Siccome cabala e ricorsi storici fanno storia a se e lasciano il tempo che trovano, lo scontro di stasera assumerà caratteristiche proprie e peculiari di una gara che spalancherà per il 50% le porte del Santiago Bernabeu.
Se in casa tedesca gli investimenti estivi lasciavano intendere una stagione da forti tinte rosso passione, l'inizio di stagione presagiva a nefaste sventure mentre sulle sponde del Rodano la mini rivoluzione voluta da Aulas non era finalizzata ad abbattere il tabù oramai consolidato dell'ostacolo quarti di finale proprio per questa stagione. Invece i savoiardi sono stati proiettati in semifinale dopo un sanguinolento scontro fratricida con il Bordeaux che ha avuto ripercussioni anche nella recente giornata di Ligue 1.
La gara di stasera apre quindi orizzonti e prelude a scenari che sia nell'una che nell'altra sponda appena qualche mese fa apparivano soltanto sbiadite chimere cui non dar troppo seguito.
Il Bayern arriva a questa semifinale dopo aver violentato la Juventus a Torino in una gara decisiva per le sorti del suo mentore Van Gaal e che ha permesso di rimanere aggrappati alla competizione. I due turni ad eliminazione diretta hanno visto prevalere i bavaresi dopo sofferenze indicibili ed in seguito a risultati speculari sia con la Fiorentina che contro lo United che hanno mostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, la capacità di restare in gara anche a risultato quasi compromesso, mantenendo sempre ferma la fede nelle proprie qualità ed il filo conduttore del gioco propositivo a corroborare questa fede e fungere da grimaldello per squartare le certezze altrui. Avere sempre la convinzione del potercela fare sembra un "refrain" che ottiene il premio della Dea Bendata quando ci si presenta per la riscossione al termine dei 180 minuti.
Il Lione ci giunge dopo esser passato al Bernabeu e aver saccheggiato gli ori e gli umori di Florentino spianando la corazzata Merengue, forgiata quest'ultima, nell'illusoria certezza che la carica dei 300 (milioni) avrebbe potuto condurre direttamente in Paradiso senza dover aspettare nemmeno un istante nella "sala d'attesa" del Purgatorio e ci giunge dopo il derby sopra menzionato con gli aquitani del Bordeaux.
I punti di forza dei bavaresi risiedono in questa spiccata dote di autostima e l'autoconvincimento che nessun valico è insormontabile. La coppia di ali rinascimentali Robben-Ribery permette all'aeromobile di mantenere il volo proprio quando la tempesta tropicale che si abbatte sulla retroguardia del velivolo lascerebbe prospettare un inabissamento. La solidità mentale inculcata dal sergente Van Gaal, ed un Olic dal cuore grande così fanno il resto. Dietro invece sembra di essere al carnevale di Rio, si balla che è un piacere e le garanzie offerte dal quartetto Butt, Van Buyten, Demichelis, Contento (o Badstuber) sono le stesse dei bond argentini. Butt impacciato, persino demodé nei suoi goffi interventi, Demichelis spesso fuori tempo e portato ad iniziare l'azione palla al piede sapendo di mettere in difficoltà l'intero reparto a palla persa (quasi una regola), Van Buyten regala gli unici momenti di luce ed è pericoloso davanti sui calci piazzati (meglio se sono angoli), ma se imbrocca la serata no, (e visto il compagno di reparto...), sono dolori per l'intera retroguardia. Difesa che a sinistra ha scoperto "paisà" Contento e lanciato in orbita il minorenne Alaba perchè Braafheid è stato spedito a farsi le ossa a Glasgow e Pranjic rimodellato centrocampista esterno od interno ma giammai terzino sinistro, ruolo nel quale si è disimpegnato maldestramente anche Badstuber nella serata da sogno nel teatro di Manchester. Questa sera in mezzo al campo mancherà il falegname Van Bommel (al suo posto Pranjic) e Olic sarà supportato da un Muller non troppo a suo agio nel mantenere il ruolo di grande promessa del calcio teutonico.
Il Lione arriverà in Baviera dopo quasi 800 ore di bus, con la certezza di potercela fare avendo una squadra solida ed equilibrata con una difesa ben più organica dei rivali e al completo nel suo schieramento abituale. Lloris sarà il titolare francese in Sudafrica, Reveillère dovrà fronteggiare il compagno di nazionale Ribery (potrebbe trovarsi l' alternativa Robben, cioè come cadere dalla padella alla brace), Cris e Toulalan ricomporranno la coppia centrale, mentre il franco-senegalese Aly Cissokho dovrà fare molta attenzione nelle sporadiche salite visto che dirimpetto troverà quel Robben che ha mandato lo Schalke a casa in semifinale di Coppa di Germania con un gol sontuoso, prima aveva spedito i Della Valle a recriminare dopo aver ripulito dalle ragnatele il sette di una porta del "Franchi" e a Manchester ha deciso di trasformarsi in circense quando con una volèe bella, chirurgica e spettacolare ha trasformato in realtà il cammino verso Madrid della squadra di Van Gaal. Cissokho avrà ordini ben precisi, impartitigli da Puel, di evitare le consuete sgroppate sulla sinistra, ma anche solo 2,3 distrazioni potrebbero essere fatali. In questo senso la copertura ed i raddoppi del centrocampo saranno linfa vitale per l'ex Porto. Zona mediana dove dovrebbero attuare opera di schermatura il recuperato Jean Makoun ed il giovane Gonalons, mentre i tre che dovrebbero partire titolari dietro la punta Lisandro dovrebbero essere Pjanic al centro, Michel Bastos a sinistra e Delgado a destra. L'arma letale Lisandro potrebbe essere mortifera per la cerniera centrale bavarese con il suo gioco ad elastico fatto di accelerazioni sul filo dell'offside, così come le incursioni di Bastos sul lato di un Lahm che potrebbe prediligere la proposizione nella catena di destra sovrapponendosi a Robben e lasciando quindi invitanti varchi per il veloce brasiliano. Attenzione alle punizioni di Pjanic, autentico specialista ed in qualche modo erede dell'indimenticato Juninho Pernambucano, sempre che Puel non gli prediliga un altro esecutore di tiri piazzati come lo svdese Kallstroem, più rivolto al gioco di copertura e massiccio quanto basta per rafforzare una mediana che già conta sull'appoggio del corpulento Gonalons.



1 commento:

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