giovedì 17 settembre 2009




PAN DI...
SPAGNA...!






La "griglia" (personale) della Champions League appena partita.

Con il completamento del mercato estivo e le liste delle 32 squadre oramai immutabili, ecco una disamina della competizione.



1a Puntata.
LE FAVORITISSIME:


Barcellona

I campioni in carica partono ancora coi galloni dei favoriti. Beffato l'anno passato il più meritorio Chelsea, l'undici di Messi ha scavalcato agevolmente l'ostacolo Manchester Utd issandosi ai vertici europei appena 3 anni dopo l'ultima vittoria. Mercato estivo all'insegna della contrapposizione ai colpi Real e che, nonostante la rosa non avesse necessità di maquillage, ha portato in dote tale Ibrahimovic per 48 mln + Eto'o e nelle ultime fasi dello stesso il forte centrale ucraino Chygrinskiy per l'onerosa cifra di 25 mln. Colpi "concessi" al direttore d'orchestra Guardiola solo grazie ai vari successi registrati nell'annata e che gli hanno permesso di esercitare pressioni sulla dirigenza avendo il paracadute dei risultati alle spalle e il passepartout dei milioni sonanti in pronta cassa. Un esborso di quasi 100 (Eto'o sembra sia stato valutato 20) mln per queste due soluzioni è una cifra che supera abbondantemente la soglia di follia dei rivali (che per lo meno si sono portati a casa dei campionissimi: altro discorso è il tema cessioni, nota più che dolente per i "blancos").
L' arrivo dell'ucraino Chygrinskiy, ad esempio, è davvero fuori luogo, poiché oltre a non poter essere inserito nelle liste Uefa (avendo giocato i preliminari con lo Shakhtar) va ulteriormente a rimpinguare una batteria di centrali difensivi già prepotentemente qualitativa, piuttosto affollata e che conta i vari Puyol, Piquè, Marquez, Milito (infortunio di lunga data) oltre agli adattabili Abidal e Yaya Tourè senza conteggiare i reietti Caceres ed Henrique (di ritorno dal Leverkusen e prestato nuovamente, questa volta al Racing Santander). Per poco meno di un terzo l'Inter si è portata a casa un certo signore di nome Lucio (che serviva come il pane e che giocherà in Champions), e senza togliere nulla al forte e giovane Dmytro, mi sembra che la mossa blaugrana sia stata piuttosto innecessaria, intempestiva (viste le premesse appena fatte) quanto insidiosamente dispendiosa.
Ibrahimovic invece, è dovuto giungere ben prima come contromossa all'arrogante mercato "merengue" e a fronte di un immobilismo blaugrana che stava iniziando a far nascere pruriti in casa barcellonista.
Vediamo come buttare via i soldi guadagnati nello scorso cammino europeo, era la domanda ricorrente tra le quinte dirigenziali, ed ecco la soluzione: sostituire Eto'o,invero non uno per cui io stravedessi alla luce delle due ultime annate (nulla da eccepire sul primo Eto'o); tralasciando la caterva di gol segnati (merito) vista l'allegra brigata che lo circondava (merito dimezzato), ma piuttosto soffermandomi sulla quantità di quelli sbagliati (demerito) o sull'incredibile numero di prestazioni molto al di sotto del livello dei fantastici compagni di merende (forte demerito). Il tutto per comperare un giocatore fenomenale con Catania, Chievo e Cagliari ma assai recalcitrante appena superate le Alpi e un morbido campionato italiano su cui far piovere i suoi colpi di genio, questa è sembrata la "ponderata" idea partorita dal clan catalano. Evidentemente i forti legami di Pep con l'Italia e le amicizie coltivate nella sua esperienza a Brescia hanno indotto anch'egli a cadere nella trappola "serie A" dei tanti fenomeni (presunti) dentro lo stivale ma delle troppe delusioni (in Italia utilizzano il termine BIDONE per gli stranieri malriusciti) appena costretti ad indossare calzature eleganti che ne denudassero i difetti: l'approdo in Premier o nella Liga per molti è stato fatale. Un'operazione tecnico-commerciale sciagurata e anche se è presto per tirare conclusioni, l'imbarazzo nel commentare queste due scelte è evidente.
Ciononostante l'armata vestita di rosso e di blu resta in primissima fila per reeditare lo scettro che le apparteneva.


Real Madrid

260 milioni di euro scioltisi nella calura estiva per alimentare un mercato in pompa magna che ha portato alla casa blanca il fior fiore del calcio internazionale. Una squadra con un solo ed esclusivo obiettivo: stravincere in tutte le competizioni divertendo e cancellando nella mente dei tifosi il brutto ricordo dello sfavillante Barcellona dello scorso anno. Una squadra tritatutto che nelle menti merengues ha pericolosamente insinuato il germe dell'invidia e a ruota quello della rivincita che si è manifestato nella inverosimile campagna acquisti. Ma poichè la famelicità degli acquisti doveva portare a sacrificare qualche ramo, si è pensato di sradicare direttamente dei fiori, magari arancioni, meglio se tulipani. Ed ecco così che, uno dopo l'altro, hanno imboccato la porta d'uscita Huntelaar, Sneijder e Robben, svenduti a prezzi stracciati, nel crepuscolo del mercato, obbligati a cercare altri lidi perchè oramai indesiderati; in una parola: epurati. Senza una logica se non quella di un roster divenuto oramai insostenibile, il Real Madrid si è privato di un centrocampista avanzato tra i più brillanti, di una punta prolifica e di una delle 3,4 ali più forti del mondo. Acquistati per 89 mln e rilasciati per 54 perchè quando si va a bussare casa per casa per dover vendere in fretta e furia la propria merce, bisogna anche accettare il ribasso dell'offerta, una classica legge di mercato. Se aggiungiamo il reprobo Van der Vaart, condannato all'espiazione delle sue colpe (quelle di non aver accettato di "fuggire") dalla poltrona di casa sua, il bilancio aziendale assumerebbe i connotati di un un fallimento strategico e finanziario colossale se l'azienda non si chiamasse Real Madrid, al cui capezzale accorrono sempre, costantemente e prontamente, banche, politici e...reali. Forse, quest'anno, la soglia degli ottavi potrebbe essere superata...!!!


Chelsea

La crisi mondiale dei mutui subprime ha sferzato anche un colosso come Abramovich che pare abbia rivisto i bilanci e di conseguenza i finanziamenti al suo giocattolino british. In verità una donna bellissima non ha affatto bisogno di andare dal chirurgo estetico se non per piccoli ritocchi che il passar del tempo rendono indispensabili. Il Chelsea è quella donna così bella e affasciante che sta ancora aspettando il principino azzurro, magari con due belle orecchie generose ed abbondanti, non il massimop dell'estetica, ma come quelle della coppa tanto agognata dallo Zar Roman. Una volta scivola Terry dal dischetto, l'altra scivola Essien (oltre a tutte le "scivolate" di Ovrebo) nel rinvio a tempo quasi scaduto, in precedenza si era scivolato nelle bucce di banana disseminate dal Liverpool, insomma il destino parrebbe che debba al Chelsea più di un favore. Per questo, il russo di Saratov, che da quando presiede il club londinese ha investito più di 560 milioni di euro, ha deciso di sferrare l'affondo decisivo ingaggiando un maestro di vittorie in Europa quale è il Carletto da Reggiolo. E siccome il "fare" (giocatori) è più importante del "sapere" (menti) ha pensato bene di mettere a segno un colpo da novanta con l'acquisto del miglior assaltatore sinistro del mondo ovvero il connazionale Zhirkov, strappato alla squadra dell'esercito moscovita del CSKA per la modica cifra di 21 mln di euro, un investimento ampiamente condivisibile. Struttura intatta come le ambizioni, rimangono da infilzare i due tori più potenti della manifestazione e il picador Ancelotti dovrà industriarsi per rendere efficaci le sue banderillas altrimenti il romanzo di Roman prolungato all'eccesso rischia di non aver mai il lieto fine tanto auspicato.


2 commenti:

The Chosen One ha detto...

Ciao Vojvoda concordo in pieno sulla tua griglia di partenza e sulla tua disamina delle squadre.
Il nuovo Barcellona secondo me è inferiore a quello dello scorso anno e non mi sembra si sia rinforzato nei ruoli in cui ha qualche defezione.
Mi riferisco al terzino sinistro, e ad Henry che ormai è in continuo calando.
Come ho già detto in un vecchio articolo io avrei spostato Henry nel mezzo e preso Ribery e non Ibra.
Come hai detto tu, in virtù di un gioco fantastico e di grandissimi interpreti, parte giustamente davanti a tutti.

Il Real può essere tutto o niente. Dipenderà molto dagli equilibri che verranno a crearsi, da come si supereranno le difficoltà, le gelosie, i dissidi, ecc...
I campioni portano tutti i loro Pro, ma anche diversi Contro e starà a Pellegrini far quadrare il cerchio.
Sicuramente in Champion's quest'anno si deve arrivare almeno in semifinale sennò i soldi spesi in estate non serviranno a nulla.

Il Chelsea è una garanzia come ogni anno e in più quest'anno grazie ad Ancelotti gioca anche meglio.
Concordo in pieno con il tuo giudizio si Zhirkov che è un giocatore straordinario, ma credo che al Chelsea forse manchi qualcosa in attacco.
Non nei titolari, ma nelle riserve perchè il solo Kalou non credo basti per reggere su 2 competizioni.
E a gennaio con il mercato chiuso basterà il solo Anelka in Premier???

Ciao

Vojvoda ha detto...

Una delle tre vincerà e probabilmente 2 tra queste si ritroveranno in finale. Qualsiasi altro risultato sarebbe insufficiente e sorprendente.
Bisognerà vedere come si comporterà la sorte negli accoppiamente della fase ad eliminazione perchè potrebbe metterci lo zampino prima delle semifinali.
Tra le tre non saprei chi scegliere tra la conferma blaugrana, l'esplosione delle stelle madridiste e la conquista finale (dopo tanti assalti) del Chelsea.
I londinesi sono quelli con il credito maggiore con la sorte...!