lunedì 20 dicembre 2010


QUALCHE PASSO INDIETRO...






Per chi, come me, non ha vissuto l'adolescenza immerso nel boom del telefonino o peggio, dello smartphone e dei social network, per chi, come me, non ha vissuto l'assalto al calcio da parte delle pay-tv che hanno fagocitato qualsiasi intimità calcistica rendendo l' "homo footballorum" succube di 5.000 partite in diretta alla settimana con le telecamere che entrano persino nei cessi degli spogliatoi per stabilire se le misure morfologiche di Eto'o sono rispondenti alla millenaria fama degli africani, assistere anno dopo anno al consumarsi di tale brutale violenza contro la Coppa che dovrebbe rappresentare l'apogeo del football continentale non fa che inaridire, anno dopo anno, le mie risorse vitali.
La coppa scoppia! Sorteggio dopo sorteggio è sempre peggio. Stritolati dal business, dalla bulimia finanziaria dei contratti pubblicitari, dalla massa magmatico-emotiva del grande teatro mondiale che da Honk Kong alle Hawaii sfodera sciarpe del Manchester United e gagliardetti del Real Madrid come si indossano T-shirt col volto di Lady Gaga e si balla la Haka, la cara, vecchia, sacra Coppa dei Campioni ha oramai smarrito completamente ed irrimediabilmente le proprie origini modificando alla radice il proprio DNA.
Ad ogni consesso estrattivo par già di sapere tutto, come quegli studenti che rispondono alle domande di getto, a memoria, senza riflessione od analisi perché sanno in partenza dove il professore andrà a pescare. Come giocare a nascondino sulla Piazza Rossa, la fantasia ed il fascino si fanno da parte perché arriva il bulldozer della programmazione, programmato dai circoli esclusivi, che in quanto elitari vivono in un mondo tutto loro, ovattato di edonismo surreale e fondati in spregio a basilari pulsioni sportive.
Lione-Real Madrid assume sempre più i contorni di un polpettone sulla scena europea, ultraproiettato con maniacale meccanicità in un turpe gioco al massacro delle emozioni di una coppa che fu mia quando il vento favoriva le novità e l'uguaglianza e l'esclusività del sorteggio era lo spartiacque per vivere il personale momento di gloria. Liberté, égalité, fraternité: quella coppa forgiata da francesi si mesceva nel motto fondendosi in un modello antesignano dello spirito europeista.
Ora si arriva agli ottavi blindati, la Uefa indossa il preservativo dell'arroganza affinché si giunga compatti, coperti ed allineati a destinazione, poi a briglie sciolte, chi è più bravo, capace o fortunato nella caccia al tesoro lo troverà come nelle organizzazioni tutto punto dei club vacanze nei resort dei posti più esotici per i ricchi più ricchi che ricchi non si può.
Lione-Real Madrid non si sa più come classificarla. E' campionato francese, spagnolo, o meglio un'ibrida coppa interpirenaica. Quattro volte, dico quattro volte in sei, dico sei, anni: 2006,2007,2010,2011! Il mio cuore non si connette più alla manifestazione, ci vuole fegato per tutto ciò, perciò passo la mano ai temerari delle statistiche di quest' orripilante messinscena di calcio moderno, a quelli che non sanno cosa sia un Honved-Steaua ovvero Servette-Aberdeen agli ottavi della Coppa dei Campioni. In questi anni siamo campioni di cosa? Campioni di incassi, di share, di visibilità, di merchandising, di truffe, di bilanci guasti, di squadre pericolosamente globalizzate, di telecamere 3D ai raggi ultraperfetti che ti permettono di vedere le gare anche da sotto il campo di calcio, da Marte da dentro le mutande di Cristiano Ronaldo. Meglio ancora se il campo di calcio diventa il prima possibile sintetico, privo di ogni gibbosità che possa insinuarsi nella mente di chi gioca, di chi guarda, di chi investe, di chi acquista, di chi si uniforma, di chi "gadgetteggia" e che possa ostacolare il sinistro e famelico progetto oligarchico . Sintetico come il carrozzone che si trascina dietro questo cinepanettone chiamato Champions League, nel quale tutti i tifosi ritroveranno il loro bel Barcellona Arsenal per rifarsi o riperdere, perché il succoso Inter-Bayern per Carnevale non poteva mancare.
Come diceva il "Biondo" ne "Il buono, il brutto ed il cattivo": "...qualche passo indietro..."