venerdì 11 giugno 2010


DIECI PIU' DUE= UNO


A poche ore dal calcio d'inizio dei mondiali passiamo in rassegna le dieci potenziali candidate al titolo più due outsider di lusso. Dodici, ma solo una alzerà la coppa.





SPAGNA: favorita numero uno, anzi unica favorita se proprio vogliamo dirla tutta. Alzi la mano chi trova una squadra che giochi meglio, più amalgamata e con un 23 di così alto livello. Scaramanzie a parte, è l'ora di sfatare tabù ed inganni che la storia del pallone ha riservato a questa gloriosa nazionale. Rigori, arbitri, gomitate con sangue, pali e traverse ora basta, fatevi da parte e lasciate spazio all'incedere sontuoso dell' "Invencible Armada", squadra che può permettersi 3 portieri extra lusso e di lasciarne a casa altrettanti, squadra che a centrocampo vendemmia gioia di vivere con una dozzina di funamboli (tra convocati e convocabili) e che davanti morde come un crotalo. Del Bosque ha selezionato come meglio non poteva e se Senna poteva lasciarsi preferire a Javi Martinez per il resto chi è rimasto a casa non può imprecare contro ostracismi vari. Vero è che gente come Palop, Diego Lopez, Arteta, Cazorla, Guiza, Iraola, Pablo Hernandez, Joaquin entrerebbe di diritto nelle rose di molte delle altre candidate, però la completezza e organicità delle scelte del "baffone" non ammettono repliche di sorta. Girone da vincere, poi incrocio insidiosissimo negli ottavi: dopo quella gara si capiranno mille cose.

OLANDA: seconda favorita d'obbligo. Noblesse oblige. Robben, Van persie, Sneijder, Van der Vaart, Elia, Kuijt, Afellay..., bastano?? Un concentrato di talento che gli Harlem Globe Trotters impallidirebbero. Nelle amichevoli ha macellato avversari, nel girone di qualificazione 8 vittorie su 8. Cruccio in porta con l'abbandono di Van der Sar, qualche discrasia strutturale nella terza linea ma le due dighe di centrocampo deputate a ringhiare, De Jong e Van Bommel sono di denominazione d'origine controllata. Rimasti a casa il vecchio leone Van Nistelrooy, il talento di Bakkal e Beerens, l'apatia di Emanuelson, la freschezza del trio Feyenoord Fer, Biseswar, Wijnaldum, la geometria di Mendes da Silva, la forma stagionale di Loovens e Brama, l'irruenza di Drenthe. Oddio, dimenticavo: che non si arrivi ai rigori e che non ci si guardi troppo allo specchio e se non succederà arrivederci alla finale dell' undici luglio per sfatare una maledizione.


BRASILE: nonostante le cervellotiche convocazioni del "Cucciolo" il Brasile entra come terza favorita. Kleberson, Felipe Melo, Julio Baptista a centrocampo sono un insulto per i 200 rimasti a casa. Doni in porta vive di gratitudini ma Fabio, Bruno, Victor, Felipe, Diego Alves, Julio Sergio che ci stanno a parare a fare? Gilberto a sinistra è l'ultimo mostro partorito dall' italo-tedesco Dunga. Juan, Andrè Santos, Marcelo, Leo, Filipe Luis sono a revisione per la sostituzione del fegato. Il Brasile rischia di essere la favorita che esce subito subito, prima ancora che ci si inizi a divertire. Motivi? Due. Uno dettato dal girone, secondo perché tutta la batteria di giocatori dal centrocampo in su in questa stagione ha profondamente e compiutamente deluso in tutte le sperdute lande nelle quali ha giocato. Nomi? Eccoli: Kakà, Robinho, Luis Fabiano, Nilmar, Felipe Melo, Josuè, Elano, Julio Baptista. Salvi solo in parte Grafite (io stravedo per lui, perdonatemi), Gilberto Silva (doppietta, coppa, campionato in Grecia) e Ramires (non certo il più brillante di un Benfica scintillante). Si saranno risparmiati per il mondiale? Intanto Neymar, Paulo Henrique Ganso, André, Leo, Dentinho, Dagoberto, Hernanes, Richarlyson, Miranda, Diego Souza, Cleiton Xavier, Sandro, Andrezinho, Juan, Leo Moura, Douglas Costa, Jadson, Fernandinho, Ilsinho, Gerson Magrao, Leandro Almeida, Maicosuel, Renato Augusto, Carlos Eduardo, Naldo, Alex Costa, Alex Meschini, Alex de Souza, Andrè Santos, Cristian, Filipe Luis, Marcelo, Alexandre Pato, Ronaldinho, Hulk altri ancora più i portieri citati se ne staranno a sorseggiare un boccale ghiacciato di Brahma (portata dal Brasile) sulle spiagge delle isolette dell'oceano indiano che tanti calciatori attirano. In bocca al lupo per chi ha puntato soldoni sul Brasile vincitore!


INGHILTERRA: sfidare il mondo senza un portiere. Ecco quello che si prefigge l'Inghilterra di Sir Fabio per accarezzare il sogno di bissare la coppa casalinga del 1966. James sarebbe anche un buon portiere se non sbagliasse. Tra Hart e Green ci vuole cuore (Heart per la verità) per non rimanere al verde anche stavolta. Rio, il fiume più ricco al mondo, è rimasto a casa per un infortunio che sta accompagnando sentitamente il suo finale di carriera, Beckham aveva già lasciato la barca da tempo come Bridge, ma per motivi opposti. Ci aggrappiamo a Roooonaldo e alla sua spalla, ad un centrocampo di qualità e all'acqua santa. A casa Ashley Young ed Agbonlahor per via della stagione sottotono con il Villa (ma è un grave errore), at home il giovane portento Adam Johnson e l'ala che fu Walcott, a casa Huddlestone (incomprensibile) e qualche altro. Girone abbordabile, a differenza di quello delle qualificazioni trionfalmente vinto, poi insidie già dagli ottavi.


ARGENTINA: il suicidio di uno stato. Maradona è in grado di paralizzare una nazione dalle grandi prospettive più di quanto il vulcano islandese paralizzò l'Europa poco tempo fa. Scelte di naso con colpi di scena più che nei film di Stanley Kubrick. Nonostante la statura il Pibe ci ha abituato a colpi di testa letali per tutti. L'Argentina è l'unica nazionale nella quale i 23 che sono rimasti a casa sono più forti dei 23 condotti al macello in Sudafrica. Lucho Gonzales, Lisandro Lopez, Riquelme, Cambiasso, Banega, Gaitan, Zanetti, Aimar, Saviola, D'Alessandro, Ansaldi, Perotti, Gonzalo Rodriguez, Lavezzi, Zarate, Bergessio. E se molti di questi sarebbero stati doppioni dei magnifici cinque (Messi, Aguero, Tevez, Higuain, Milito), trovare un posto in più (Lisandro Lopez magari) lasciando a casa Martin "El Loco" Palermo sarebbe stato un atto di riconoscenza dovuto alla seleccion e di non riconoscenza a chi pur avendo praticamente fatto staccare il pass all'albiceleste, ha quasi trentasette primavere sul groppone. Bolatti, Veron e Garcè dentro lasciano poi letteralmente ghiacciati, senza speranze, senza illusioni di veder rinsavire un intero staff in preda a deliri schizofrenici. Se l'Argentina porterà a casa il mondiale non mi si venga più ad insinuare che i tecnici nel calcio contino più dello 0.5 %. Fatti tutti questi debiti preamboli, la nazionale argentina ha comunque carente in tutti e tre i guardameta e in una difesa statica e priva (nei potenziali titolari) di terzini di ruolo.


GERMANIA: i tedeschi si posizionano al sesto posto nella griglia perché la lucentezza di tutte le amichevoli premondiali disputate non può essere sono un abbaglio pre estivo. Gioco, velocità nell'eseguirlo, forze fresche e un far fronte agli infortuni in maniera efficace mi fa rivalutare questa banda di ragazzini che ha rifornito la Germania a livello giovanile negli ultimi due anni come non mai (Europei under 17, 19, e 21). Out per infortuni Ballack, Westermann, Adler, Trasch, Rolfes, out per scelte tecniche gentner, Riether, Hummels, Schaefer, Beck, Kuranyi. Loew si affida a sei ancora in età da under 21, a tre 1987, a un 1986, a tre 1985 ed a quattro 1984: un asilo nido insomma...
Portieri forti, nonostante l'assenza di Adler (e quella ben più dolorosa di Enke), difesa da registrare al centro e a rischio folate di vento e velocità, centrocampo flessibile e tanto, tanto movimento davanti dove Ozil e Marin (i due Werder) pare cogliano prendersi tutta per loro la scena mondiale.


FRANCIA: Domenech o no, prima di dare la Francia per spacciata ci penserei non una e nemmeno due, ma almeno tre volte. Non più Zidane, Henry che manda in campo il cugino della Guadalupa, Ribery alle prese con le donnacce, Benzema lasciato a riflettere su ragazzine (vedi Ribery) e Madrid, Ben Arfa dimenticato colpevolmente (come Nasri), Lassana Diarra ammalatosi e Moussa Sissoko al quale non è stata data la chance. Difesa che ha dimenticato nell'Esagono Fanni, Rami, Escudé e Cissokho ma in quanto a talento la Francia è pur sempre la Francia. Detto che in porta non ci sono fenomeni e Lloris è tutto fuorché un grande portiere (Mandanda ha fisico da vendere e tecnica da comprare), per il resto il tecnico più antipatico del secolo e che si farà da parte dopo i mondiali, potrà contare su una squadra che parte a fari spenti, e rotti, aggiungerei io. La mano galeotta di Henry che ha qualificato (ma non che senza la mano l'Irlanda sarebbe arrivata ai mondiali, visto che c'erano comunque i rigori: a meno che i profeti pro Irlanda non sapessero già lo sviluppo dei medesimi...) i transalpini costerà a livello di immagine, ma appena Malouda, Gourcuff e Ribery delizieranno la platea tutto sarà presto finito nel capitolo oblio.


PORTOGALLO: come non mettere i lusitani del Ronaldo vero tra i favoriti, in fondo ma tra quelli. Peccato che il mosaico di Queiroz abbia perso, cammin facendo, gente del valore assoluto come Bosingwa e Nani e che lo stesso non abbia portato con se fior di centrocampisti come Joao Moutinho e Manelele (Manuel Fernandes) ma il recupero fisico in extremis del violento campione Pepe è garanzia in una difesa che può già contare con gente al top nel ruolo come Bruno Alves, Ricardo Carvalho (Fernando Meira uscito dal giro). Un centrocampo un po' troppo lineare e muscolare (Raul Meireles, Pedro Mendes, Miguel Veloso, Tiago) e un attacco che ha trovato il fromboliere nel brasiliano Liedson accompagnato da trequartisti ed ali di tutto rispetto (Danny, Simao, Deco). Uscire dal girone sarà comunque un'impresa, poi c'è la...SPAGNA, forse!


ITALIA: si è ritornati ai primi anni ottanta quando il Partito Comunista era al suo massimo storico e Berlinguer era l'icona degli operai. Una squadra di metalmeccanici nella quale è proibito dalla costituzione (anche quella materna) distillare classe e una nazione-nazionale che per trovare un dribblatore è dovuta andare a scovare uno sconosciuto argentino nel campionato messicano e naturalizzarlo in fretta e furia. 60 milioni di abitanti e talenti filtrati col contagocce manco si fosse nel periodo della "grande depressione" del 1929. Tre con qualità lasciati a fare la muffa a casa (Balotelli, Cassano e l'infortunato Miccoli), due che vivono dell'ostracismo, del provincialismo e dell'ottusità del C.T. che non chiama gente che gioca all'estero (Rossi e Diamanti), quindi a sorreggere le speranze azzurre è rimasta solo la cabala e il girone (il più comodo): 1-1 con la Svizzera nelle amichevoli premondiali del 1982 e del 2006. Un paese di scaramantici e scommettitori ha già trovato l'ancora cui aggrapparsi (oltre a Buffon).


COSTA D'AVORIO: per talento superiore ad altre ma Africa è Africa cari amisci (come direbbe Altafini). In più c'è Eriksson e se due indizi fanno una prova allora mi sa che anche per questa volta dovremmo accontentarci di vedere sfilare gli Elefanti per tornare nella riserva in un batter d'occhio. Drogba giocherà pure col braccio rotto e questo è il terzo indizio che dovrebbe mettere la pietra tombale sulle speranze (altrimenti legittime) ivoriane di issarsi tra le prime 4 del mondo. Tolto il portiere non manca nulla, forse qualche ricambio, ma 15-16 giocatori sono top class nei rispettivi ruoli. L'attacco può essere micidiale (Kalou, A.K Keita, Gervinho, Drogba) per tutti...


SERBIA: prima delle due outsider di lusso. Difesa da sogno, forse la migliore della rassegna nei quattro titolari (Ivanovic-Subotic-Vidic-Kolarov), portiere tra i più scadenti del mondiale, centrocampo più robusto che qualitativo (ma Jovanovic non si scambia con nessuno per classe) e con ricambi adeguati, attacco ridotto all'osso e senza troppo talento. serviranno i cross di Krasic per i 202 centimetri di Zigic o le incursioni di Stankovic e/o Kacar, Kuzmanovic, Ninkovic, il giovane Petrovic sempre che Milijas non faccia solo un ruolo di copertura.


CAMERUN: Le Guen ha in mano un gioiellino, forgiato quasi esclusivamente da lui ma non so se si renda conto che questa squadra ha potenziali per andare molto avanti (visto anche girone e accoppiamenti futuribili) a patto che con una mossa coraggiosa metta da parte alcuni senatori oramai inabili per questi livelli. Ottime tante scelte, come quelle di naturalizzare Matip e Choupo Moting (tedeschi-cemerunensi), Bassong e Bong (quest'ultimo nato in Camerun) che vanno a rinverdire una rosa composta già da elementi di spicco in ogni settore: Kameni, N'Koulou, Assou-Ekotto, Chedjou, M'Bia, Emana, Makoun, Enoh, Alexandre Song. In attacco non solo Eto'o, ma anche Webo positivo a Maiorca, Idrissou fisico e tecnico allo stesso tempo. Insomma, se Le Guen eviterà di fidarsi dei vecchietti Rigobert Song e Geremi Njitap e dara spazio alla linea verde ne vedremo delle belle e chi si parerà di fronte ai Leoni rischia di non avere un bel ricordo.